30 marzo 2016

Panino e Listino: PER L'ORSO, APRILE DOLCE DORMIRE? (Giovedì 31 Marzo in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox




Buonasera a tutti, passato una buona Pasqua?
"Vendere tutto, tranne i bond" questo era il messaggio di Andrews Roberts di RBS a inizio anno, lo ricordate?
Ma c'era anche chi diceva di peggio: sarà una catastrofe, un nuovo 2008, la fine del capitalismo, e altro ancora.
Oggi, dopo l'enorme recupero a cavallo della fine Inverno, inizio Primavera, tra uno sparuto gruppo di ottimisti/rialzisti, regna ancora una maggioranza di ribassisti/catastrofisti. Ma se tutti vendono o hanno già venduto, la domanda è: chi compra?
Domani, su "paninoelistino" di Libero, proverò come al solito a spiegarvi la mia opinione, sperando sia il più comprensibile possibile.
Non mancheranno i soliti temi operativi, dalla nostra preferita, alle valute, fino a un aggiornamento su banche e Piazza Affari.
Qui sotto, come da ultimi abitudini, un pezzo del passato.
Che il Toro sia con noi.

LIBERO 24 Marzo 2016
1986-2015, sono passati trent’anni esatti da un grave scandalo che traumatizzò l’agricoltura italiana.  Era infatti il 1986 quando 23 persone morirono dopo aver bevuto del vino adulterato con il metanolo.
In principio fu una tragedia, successivamente si trasformò nell’occasione per rivoluzionare il modo di fare vino in Italia. Un Medio Evo buio che si tramutò per il nostro Paese in un trionfante Rinascimento.
Un grave danno di immagine e di credibilità per i prodotti italiani nel mondo, ma che grazie alle riforme attuate dalla politica e dalle associazioni di categoria, hanno permesso oggi di avere un prodotto di assoluta eccellenza, esportato e adorato in ogni continente.
Lo slogan è diventato: “si beve meno, ma si beve meglio” e sono molti oggi a desiderare il nostro prodotto.
La credibilità e la qualità ritrovata ci ha portato a essere leader nel mondo, e  oggi permette a un’azienda come Campari, società sempre nel campo delle bevande alcoliche, di comprarsi la francese Société des Produits Marnier Lapostolle, una delle principali società di liquori e proprietaria del noto marchio Grand Marnier.
Ma tra i tanti brindisi che le aziende italiane ci consentono di fare (ultima la Lavazza), siamo costretti a bere anche qualche calice amaro. Sarà il periodo di Quaresima, ma non è Gesù a dirlo, bensì, nuovamente, un francese, che su Telecom da tempo ha messo occhi e grinfie. Un altro saccheggio su un gioiello italiano, ovviamente a prezzi di saldo. Meglio berci sopra. Buona Pasqua a tutti i lettori.
PIAZZA AFFARI: è cinico scrivere in questi momenti di mercati? Per chi fa questo mestiere le preoccupazioni sono costanti, anche quando si sale del 3%. E tanta e tale è stata la paura ieri sui listini che a metà giornata l’indice del Belgio era sulla parità, mentre Milano scendeva quasi del 2%,quasi come l’attentato fosse capitato da noi. Ma è bastato che da Francoforte si ventilasse il via libera alla fusione tra BPM e Popolare, per innestare subito il recupero. La finanza comanda e dirige l’orchestra. Io rimango possibilista sul recupero, rally di Pasqua e oltre, però superiamo alla svelta 19.200.
TISCALI: doveva essere il nostro Balotelli, all’apparenza un fiore, in realtà un’erbaccia. Ma oggi al timone di Tiscali ci sono Soru e Scaglia, i pionieri dell’internet italiano e sopravvissuti alla bolla. Non trovo garanzia migliore. Comprare e tenere.
TELECOM: “mi pare sia duro sostenere che diventi spagnola” disse il ministro Zanonato nel Settembre del 2013. Un’affermazione subito coperta dalle risate dei media. Un’affermazione profetica visto che da allora Telecom di pretendenti ne ha avuti quasi più di Liz Taylor e Brooke Logan. Dalla Spagna, agli Usa e ora dalla Francia. Purtroppo oggi a Palazzo Chigi non c’è una merchant bank di potere, ma solo una banca d’affari volta a liquidare. La festa non è nemmeno cominciata.
TREVI: la nostra diga contro ogni ribasso. Tenere, stretta!

23 marzo 2016

Panino e Listino: DOPO BRUXELLES ADDIO AL "DIVIDENDO DELLA PACE"? (Giovedì 24 Marzo in edicola su Libero)




email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 





Il dividendo della pace, questo è stato il titolo di uno dei più bei capitoli della storia mondiale dei mercati finanziari. Tutto ha avuto inizio intorno al 1989 con la caduta del muro di Berlino ed è stata trainata dalla globalizzazione, ha trovato il suo epilogo all'alba del 2000 con lo scoppio della bolla internet e la caduta del Wtc
La discriminante dei due eventi è la fiducia, nel prossimo e nel futuro, sbocciata come un fiore tra i mattoni del muro è crollata tra le macerie delle due torri di New York
Oggi, dopo 30 anni, davanti a noi si staglia la costruzione di un grande muro con sopra scritto la parola "diffidenza", bisogna far di tutto perché questo muro non venga costruito, altrimenti il rischio è un periodo buio per la civiltà e non solo l'economia
Ed è per questo che i mercati si muovono cautamente su uno stretto crinale, lungo un ponte tibetano, il rischio di cadere è elevato, sotto c'è un baratro dove ancora non si conosce la profondità.

Domani su Panino e Listino, ovviamente il tema dei mercati dopo Bruxelles, ma non sarà l'argomento dei mercati, perchè sapete qual è la mia filosofia su tendenze e altri cicli, un brindisi con Campari e una coincidenza con un anniversario, la situazione Telecom e qualche altra chicca, piccole sorprese nell'uovo di Pasqua.


LIBERO 17 Marzo 2016


Pandora, ovvero “colei che ha tutti i doni”, mai nessuno avrebbe potuto immaginare che un essere con tali virtù sarebbe potuto diventare la causa dei futuri mali del genere umano.
Pandora fu creata da Efesto su ordine di Zeus, e grazie anche all’aiuto di altre divinità, creò un essere umano dalla bellezza e dalle doti straordinarie. Portata sulla terra da Ermes, fu data in sposa a Epimeteo che davanti a quella bellezza, subito si innamorò.
Come regalo nuziale, Epimeteo ricevette un dono divino, uno scrigno donato da Zeus, con l’ammonimento che mai e poi mai avrebbe dovuto essere aperto, mai nessuno avrebbe dovuto guardare all’interno.
Pandora aveva però una caratteristica peculiare, un’insaziabile curiosità, che era anche la sua più grande virtù, e soddisfarla continuamente era il suo scopo. Una curiosità che trovo sfogo nel misterioso vaso, che dopo alcuni tentennamenti Pandora aprì. Dallo scrigno uscirono: la malattia, la vecchiaia, l’odio, tutti i nemici dell’uomo. Da quel momento il mondo divenne un luogo meno ospitale, e per l’uomo iniziarono i problemi.
Ray Dalio, fondatore di Bridgewater, il più grande hedge fund al mondo, considerato un semidio dei mercati finanziari, dall’alto del suo scranno, più volte ammonì la Fed di non alzare i tassi, di rinviare la decisione il più lontano possibile, strillando e strepitando per farsi ascoltare, finché arrivò a dire: “alzare i tassi sarà come scoperchiare il vaso di Pandora”.
La Yellen, forse troppo curiosa di conoscere le reazione e altrettanto impaziente, dopo aver annunciato più volte l’azione, a fine anno, come “regalo” natalizio, compì il gesto: un minimo rialzo, sufficiente a soddisfare l’ego.
Era il 16 Dicembre, uno 0,25% di aumento, accompagnato da un breve commento: “ci muoveremo in modo prudente, e in maniera graduale”. All’apparenza un messaggio confortante, tanto che le maggiori previsioni intravedevano nuovi aumenti dei tassi per l’anno venturo.
“Decisione storica”, “inizia una nuova era”, erano i titoli dei principali giornali, viste le reazioni successive, come minimo, il secondo aumento dei tassi è rimandato “sine die”, se non addirittura si pensa a una storica retromarcia.
Probabilmente la metafora usata da Dalio è esagerata, forse non per lui, che a investire con denaro gratis e in quantità infinite, aveva possibilità di dare il libero sfogo al rischio, con il denaro un po’ più caro, la vita diventa meno facile.
E’ altrettanto innegabile, sarà forse una coincidenza, che dal momento della decisione presa dalla Yellen, le cose sono peggiorate.
Spaventata dalla fuga dei mostri, Pandora chiuse il vaso, ma sentì una vocina, lo riaprì e comparve la “speranza” che volò via per salvare l’uomo e il mondo dalla paura.
La speranza oggi si chiama crescita economica e ha come residenza gli Stati Uniti. Sono molte le banche d’affari che vedono per quest’anno la recessione, ma numerosi dati, soprattutto quelli legati alla fiducia, dicono il contrario, la crescita c’è e ci sarà ancora, e sarà proprio la crescita a riportare la speranza per un nuovo rialzo che vada oltre il fatidico settimo anno.
PIAZZA AFFARI: siamo su livelli decisivi. Se si supera presto 19.200 si corre fino ad Aprile, altrimenti si rischia una nuova correzione.

16 marzo 2016

Panino e Listino: IN ATTESA DI BAYER MONACO JUVENTUS (Giovedì 17 Marzo in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



Buonasera, pochi e fedeli lettori coraggiosamente rimasti.
In attesa del grande evento, no, non intendo l'intervento della Yellen, e nemmeno l'uscita domani di Panino e Listino ;-)
Mi riferisco alla grande partita di questa sera tra Bayer di Monaco e Juventus, come tradizione e come ultima promessa che vi ho fatto, ecco qui sotto un altro dei precedenti articoli andati in stampa.
Come stanno cambiando le cose rispetto al pessimismo catastrofico di inizio anno, avete notato?
Ora siamo al primo step di questo recupero, o si salta oltre la staccionata per trovare una nuova prateria, o inevitabilmente si torna giù. 
Anche MPS sta scaldando i motori, mentre sull'Euro/Dollaro la parità che molti davano per certa, sta ora diventando sempre più un miraggio. 
E il petrolio? Per Goldman è da vendere, dunque ora comprare petrolio. 
Sul pezzo di domani troverete delle indicazioni che potrebbero stridere con quanto scritto ora. Mi spiego meglio, comprare petrolio sì, preferibilmente attraverso ETF, se proprio volete rischiare, con ETF in leva.
Agli amanti della carta, domani con il paragone di un'antica "favola".



LIBERO  10 Marzo 2016

“Non si afferra il coltello che cade", uno dei tanti proverbi di borsa, che usato in modo assoluto si trasforma in sesquipedale sciocchezza.
Uno di questi esempi coinvolge Brembo, l’azienda dei freni di lusso, che come la totalità del microcosmo economico, viene travolta dalla crisi finanziaria del 2008.
Il titolo crolla, fagocitato dall’intero listino, che siano banche o industrie, non conta, tutto viene spazzato dalle enormi zampe dell’orso. E’ il momento degli affari, ma al primo sibilo di “io comprerei”, subito scatta l’ammonizione dell’antico proverbio.
E’ vero, ricordando quei momenti, ritornano alla mente i comunicati dalla Val Brembana, un bollettino di guerra: la crisi dell’auto, lavoratori a rischio, il fatturato in caduta. Non è facile, ma qui stavamo parlando dell’eccellenza della manifattura meccanica italiana, e non di una qualsiasi banca, stremata dall’epidemia finanziaria e ridotta in stato comatoso. Se non compri quando crolla, quando è in saldo, quando compri? I grandi investitori sono quelli che guardano oltre la crisi.
Brembo era scesa fino a 1,80€, capitalizzando poco meno di 300 milioni. Chissà perché in borsa ciò che vale poco incute timore, mentre ciò che vale di più è considerato un affare. E’ questo il terzo segreto di Fatima.
Oggi, 7 anni dopo, Brembo vale 43€, 2.900€ di capitalizzazione, una rivalutazione del 2.050%, l’affare di una vita. Oggi sopra 40 si vende e si compra compulsivamente, i trader se la strappano di mano, e immagino siano gli stessi che sotto 6€ scappavano dal titolo.
Brembo mi fa ritornare alla mente un caso vissuto in prima persona, quando lavoravo agli ordini di un ex dirigente d’impresa. Era il 2002, in una mattina di Novembre mi chiamò e mi disse: “Fox, la ABB non può fallire, vorrei comprarne molte e tenere più a lungo possibile, che ne dici?”
Il titolo quotava 2 franchi ch, comprammo, ma dopo il primo 100% di guadagno, il proposito del lungo termine era già dimenticata. E di 100% in 100% il titolo toccò 30, in soli 5 anni. Difficile mantenere le promesse nella vita, in borsa ancor di più.
Ricordate sempre, comprare e vendere sono esercizi difficili, ma è la gestione il più complicato di tutti. E’ forse vero che solo chi dimentica, alla fine, riesce a fare il grande affare?
PIAZZA AFFARI: tutti in attesa spasmodica di Draghi. Chi guarda i mercati con distacco, sa che questi momenti sono solo “colore”, non sono le giornate che tracciano il solco. Il 9 Marzo 2009 (io c’ero), non accadde nulla di eclatante, una giornata negativa come tante, ma  fu il giorno di minimo a Wall Street, 7 anni dopo quel livello fu triplicato. Siamo in risalita, se tutto va bene, si sale fino ad Aprile, 18.800/19.000 i primi ostacoli.
DRAGHI: “comprare azioni”, è quanto chiede in sogno ogni piccolo azionista a Super Mario. Quale potrà essere la mossa eclatante della Bce? Aumentare la liquidità? Serve a poco. Tassi ancor più negativi? Deleterio, ma tornare indietro sarebbe peggio. Qui bisogna allargare il perimetro, a obbligazioni societarie e agli Npl cartolarizzati delle banche. Bisogna rimediare al 3 Dicembre.

09 marzo 2016

Panino e Listino: RICOMINCIO DA MARIO DRAGHI (Giovedì 10 Marzo in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



 09/03/2009, ci sono date che rimangono indelebili nella vita di ogni persona, voi ricordate ancora dove eravate e cosa stavate facendo quel giorno?
Un giorno come un altro, all'apparenza, un giorno di ribasso come tanti altri in quel momento, eppure, nonostante non fosse successo nulla di eclatante, quello è il giorno che segna il minimo dei mercati della nostra generazione. Minimo per Wall Street, da quel giorno, sono passati 7 anni (la crisi del settimo anno?), gli indici americani si sono più che triplicati. Da quel momento a oggi, non si è verificata nessuna delle catastrofi che i ribassisti, portati in gloria dopo la crisi del 2008 avevano paventato e previsto.
Oggi, in una delle tante fasi di turbolenza che ciclicamente si creano in un ciclo rialzista, si ricomincia da Mario Draghi, l'eroe dei nostri tempi, il salvatore della patria per l'Italia.
Cosa farà domani? Cosa verrà estratto dal cilindro per appagare l'attesa fin troppo angosciante che si è creata sui mercati?
Domani su Panino e Listino troverete alcune ipotesi, più i soliti temi operativi.
E il ricordo torna al 2009, a Brembo e a cosa vuol dire veramente cogliere le occasioni.
Come promesso, qui sotto uno dei vecchi articoli, ovviamente senza i temi operativi.
A domani

LIBERO 18 Febbraio 2016

Dicevano i vecchi saggi di borsa: “le tendenze si assomigliano fino a quando qualcuno lo scopre”. Le similitudini esistono, finché la massa non se ne accorge e il gioco finisce. Non siamo così ingenui da credere che tutto, nel tempo, si ripeta meccanicamente, sarebbe troppo facile, ma quello che sta accadendo in questo inizio d’anno ha le fattezze di un mostro inquietante e già visto: l’Euro grizzly.
Ve la ricordate la crisi dell’Euro?
 Nel 2011 le borse  subirono un forte tracollo, Piazza Affari scese da quota 22.000 a 14.000, in termini percentuali fu peggio di quanto visto fino a ora,  in pericolo era l’Europa, e nonostante questo la moneta unica si rivalutava, più o meno come oggi, la differenza è nello strumento usato per attaccare: cinque anni fa si colpirono i Btp e tutti i titoli di stato dei paesi periferici, oggi invece sotto attacco sono le banche. Nel 2011 l’obiettivo era affondare l’Euro, oggi il bottino sono gli NPL,  i famosi crediti inesigibili che tanta gola fanno alla speculazione internazionale.
Gli NPL, croce per qualcuno, delizia per altri. Le banche si trovano in pancia qualcosa come circa 200 miliardi di crediti incagliati, impacchettati come lo furono i titoli tossici delle banche Usa, verranno offerti al mercato a un prezzo, scontato, che è già stato messo a bilancio. Ma per la  speculazione internazionale quel prezzo è troppo alto, vuole strappare più sconto, e sa che il tempo gioca a suo favore. Le banche italiane non possono attendere, devono liberarsi il prima possibile della loro tossicità, e qui ritorna la manovra affondamento, più i titoli calano in borsa e più si costringe a vendere gli NPL con precipitosità e con prezzo ancor più svalutati.
La salvezza? Mario Draghi. Nel 2012 gli bastò parlare, la formula magica “whatever we takes” spazzò via le nuvole e tornò il sole, oggi si dovrà fare molto di più. Si dice che le Banche Centrali abbiano finito le munizioni, questa è una sciocchezza sesquipedale. Frasi ripetute prima dei “tassi zero” e anche dopo il primo “QE”: le vie delle Banche Centrali sono infinite, come le loro munizioni e anche gli arsenali. Ciò che mi preoccupa è che nonostante gli sforzi di Draghi e l’artiglieria usata (e potenziale), al netto dei mercati finanziari, non si vedono ancora risultati strutturali. La guerra di Draghi, Yellen e Kuroda, rischia di trasformarsi in un nuovo Vietnam.
PIAZZA AFFARI: carnevale è finito e dunque abbiamo scherzato? Pronti a ripartire? Siamo già partiti. Comprare era la cosa giusta, ma se nel 2011 ci sono voluti 6 mesi per cadere del 35%, qui ci sono volute poche settimane per fare quasi altrettanto. Questo ribasso è troppo cattivo e violento per non avere un significato. Attenzione a 18.000.
BOLZONI: avete capito a cos’è servito questo ribasso?  A comprare i gioielli sacrificati. Avevo appena analizzato il titolo, ero pronto a segnalarlo quando, è arrivata l’OPA. Peccato! I segnali c’erano. Ricordate sempre, quando c’è chiasso su un titolo, o è già tutto fatto o non succederà nulla. Quando invece un rialzo passa sotto traccia, bisogna comprare. D’altronde questo era un titolo “DOT” (denominazione di origine tamburiana) una certificazione di assoluta qualità.
 

01 marzo 2016

SI RICOMINCIA DA PANINO E LISTINO




email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 




Dunque, nonostante non sia stata raggiunta un'unaminità, la maggioranza ha scelto il cambio del nome del blog: da Trafficantevolpino a "Panino e Listino", una specie di fusione per incorporazione questa volta è la carta stampata che si "mangia" il web.
Dunque si cambia, anche se in verità questo blog è già cambiato, lo si capisce dai commenti e in generale dall'umore e dai frequentatori, succede anche ai luoghi e locali migliori di passare periodi di anonimato e di buio. In verità non ho mai avuto nessun interesse di essere in vetta alla classifica nè paura di rischiare la retrocessione, quel che più mi spiace è che questo blog ha perso la sua esclusività. Una volta era un bel salottino, non uno dei salotti buoni conosciuti in Italia, ma un luogo dove trovare rifugio e conforto, oltre che dove poter confrontare idee e proposte.
Così non è più e non so se lo sarà di nuovo in futuro, forse no, magari sì, chi lo sa.
Per ora si continua con questa formula, molto centelinata, di tempo per scrivere ne ho poco, o forse ho solo poche cose sensate da scrivere. Per questo ho deciso che insieme ai miei scarni pensieri, riproporrò qui gli articoli vecchi della carta stampata. Riletti dopo hanno un effetto diverso e possono essere sempre tema di confronto, in attesa che si sviluppi qualcosa di più interessante.
Dimenticavo, i temi operativi sono esclusività della carta stampa, mi sembra logico e corretto. Oltre a Libero ci sono anche i social, l'indirizzo twitter lo trovate qui a fianco.
Forza, si ricomincia.

LIBERO 11 Febbraio 2016
“Il risparmiatore ti perdona tutte le perdite quando la borsa crolla, ma non ti perdona nessuna perdita se la borsa sale” recita così un antico detto di borsa. Che poi tradotto vuol dire, se la borsa sale e tu sei al ribasso, vivrai nell’emarginazione totale. Questa è stata la spada di Damocle che mi sono trascinato per tutto il 2014, quando in questa rubrica sono andato ripetendo di accumulare posizioni al ribasso su Milano e Nasdaq, stretto tra la baldanza del governo Renzi e la spinta monetaria di Bce e Fed, se sale, se sfonda 24.000 è la fine.

Se c’è una cosa sicura sui mercati, oltre al fatto che non esistono certezze, è che nessuno conosce mai in anticipo il motivo per cui una borsa salirà o crollerà, ma esistono sempre degli indicatori (veritieri o mentitori) che ti suggeriscono una direzione. Così è stato per tutto il 2015, mentre una massa di piccoli investitori tentava di far correre le borse, le “mani forti” dall’alto distribuivano creando un tetto. E’ l’alternanza dei cicli, in basso le mani seminano, raccolgono la scelleratezza dettata dal panico, attendono la maturazione, e poi a crescita avvenuta, vendono i biglietti ai ritardatari che vogliono entrare alla festa quando la musica ormai è finita. Guardate i grafici a Wall Street, per tutto il 2015 si è formata una massa di nuvole nere, che tra fine anno e inizio 2016 ha scaricato la tempesta. E’ vero in Estate avevamo vissuto un anticipo,  perché l’orso è così, da la prima unghiata per sentire la consistenza della carne, ma dopo affonda perché vuole vedere il sangue.

A fatti avvenuti si cercano sempre spiegazioni e colpevoli. Tra le tante congetture che la fantasia scatena, non ho sentita quella del “terrorismo finanziario”, visto che Parigi non è servita a nulla, colpiamo con il denaro. Probabilmente è assurda, ma nessuno parla, né le autorità di mercato, né tantomeno quelle politiche, anche Draghi e la Fed stanno centellinando gli interventi.

Quello che conta ora è capire cosa potrà accadere. Facendo un’analisi tecnica molto semplice, sotto 18.000 (che per me era un livello importante) il rischio è di cadere a 12.000, il livello del “whatever it takes”, lo ricordate? Sarebbe però uno sfregio nei confronti di Draghi.

Diceva  Peter Lynch (Magellan Fund): “le fasi di ribasso dei mercati sono come le tormente di neve in Colorado, ossia cose normali”. Ed è a questo che dobbiamo pensare, per non cadere nel panico.  



PIAZZA AFFARI:  “salirò, salirò, non so ancora bene quando, ma provando e riprovando…” Daniele Silvestri cantando Sanremo, questo deve diventare il nostro inno. Purtroppo l’attuale situazione assomiglia sempre più al 2011. Dobbiamo invertire in fretta, tornare a 12.000 sarebbe l’ergastolo per il Toro.