Alessandro il Grande, o Alessandro Magno, se non ricordo male qualcuno
aveva usato tale appellativo con lode per dare risalto alla grande
conquista oltralpe. Tutto meritato in quanto una conquista, e che
conquista, in terra di Germania era per una società italiana un grande
evento. Qualcuno ha obiettato questi giudizi facendo notare che il
prezzo d'acquisto è stato molto elevato e che le conseguenze della spesa
si sentono pesantemente ancora oggi. Vero, ma bisogna anche tenere
conto di quali erano i prezzi dell'epoca, da gonfiati a gonfiatissimi,
l'unico ad aver fatto l'affare è Dimon che "salvò" e comprando a prezzi
di saldo Bear Stearns, questo fa capire la caratura e la potenza del
padrone di Jp Morgan. Per tutti gli altri, gli acquisti furono esose
spese, fino al l'esagerazione e scandalo di Antonveneta, che al tempo
non fu definita proprio uno scandalo. Ma a mio avviso il problema è
un altro, e cioè nei modi e nelle definizioni e nei tempi, pensateci
bene, nei cicli espansivi chi non compra, non spende e non fa
acquisizioni il più delle volte viene criticato anche fortemente, chi
invece spende passa prima dalle lodi e poi calpestato nella polvere. A questo punto bisogna decidersi e imparare a riconoscere la buona dalla cattiva gestione.
Il problema è che la maggior parte degli investitori, il buon senso e
la lungimiranza non sanno nemmeno dove stiano di casa, altrimenti non si
formerebbero le bolle. E francamente io preferisco che le cose rimangano così. Alzi la mano chi non ha scheletri nell'armadio.
Domani su "Panino e Listino" si parlerà d'altro, per fortuna, come per esempio del tempo, come sarà Settembre? Mese di sciagure e disgrazie, si torna a tremare? Domani su "Panino e Listino" con il consueto spazio agli spunti tecnici.
Ecco che ci risiamo, con la tragedia, con le perdite, con le polemiche, con le recriminazioni, con la morale, con le lezioni di vita e con i soliti disastri, sempre senza il minimo di prevenzione. Italia, bella ma fragile, e come sempre, mal custodita. Oggi si piange, si fanno le morali e i buoni propositi. Domani si ritorna a parlare di trapanare montagne sacre, costruire ponti in luoghi pericolosi o peggio cercare petrolio e inquinare in posti estremamente delicati. E' giunto forse il momento di fare cose sensate, di fare cose che possano salvare l'Italia e gli italiani. Così anche in finanza, altro luogo, sempre in Italia, estremamente delicato. L'ho scritto nel "panino e listino" in edicola domani, dobbiamo salvare la nostra finanza e la nostra economia, anche se salvare i nostri carnefici può sembrare un gesto autolesionista, consegnarli e regalarli a squali ancor più affamati, può essere anche peggio. Salvare l'Italia si può, salvare gli italiani è doveroso, salvare la finanza italiana è necessario. Domani su "panino e listino", tutto questo e ovviamente anche i temi operativi. Il rally d'Estate, nonostante le molte finte e le infinite trappole, è già partito. Anche senza il simposio di "Jackson Hole". Simposio, sentite come riempie la bocca, che poi dove sia esattamente "Jackson Hole" nessuno lo sa.
LIBERO 18 Agosto 2016
“In tempo di Olimpiadi non ci saranno medaglie d’oro
per le azioni, soprattutto negli Usa, vendere è il consiglio per i prossimi 3
mesi”, pazienza se a pronunciare queste parole è Faber (pessimista cronico
sulle azioni) ma qui a parlare è gente di ben altra pasta, i piani alti della
finanza. I toni somigliano molto alle previsioni fatte sulla spedizione azzurra
alle Olimpiadi di Rio, doveva essere una semplice gita con magro bottino, invece
a oggi è una pioggia di medaglia. Lo stesso è accaduto dopo le parole di David
Kostin punta di diamante di Goldman Sachs, dopo l’avvertimento lanciato a Luglio,
il Nasdaq, solo per citare un indice, non ha fatto che salire, impennandosi.
Da cosa era dettato quel pessimismo? Una stagione
utili in chiaroscuro, le incertezze sull’economia cinese e quella mondiale, e
il pericolo di shock geopolitici. Tutto vero, sia chiaro, ma sta di fatto che
Wally continua a salire.
Kostin non è l’unico, è da inizio anno che si sente
ripetere da un coro quasi unanime che bisogna vendere e stare lontani dalle
azioni, “sono salite troppo” è la scusa, come se esistesse in finanza un limite
alla crescita, ma da quando!
Li chiamano “FOMO”, e sono quelli che fino a oggi,
vuoi per paura o per cautela, si sono tenuti alla larga dall’investimento in
borsa e che a forza di guardare le azioni yankee salire, si sono stancati di
perdere occasioni. Ora sono divorati da una brama, come un fuoco che arde nel
portafoglio, non riescono più a trattene il desiderio di tuffarsi nel mercato,
a qualsiasi prezzo.
Da mesi me lo ripete un amico, un analista tecnico
di grande talento: “più sento parlare di mercato orso (cioè al ribasso) e più
sono convinto della mia idea, e cioè che siamo di fronte a un rialzo epocale, e
proprio in questi giorni è iniziata l’ultima parte del rialzo, quella che ha
una durata di 1,5/2 anni, la più entusiasmante che ci porterà lassù, dove
nessun investitore ha mai osato, altro che Star Trek! E vedrai, una volta che lo
S&P500 sarà a 3.000, io l’avevo detto
sarà la frase sulla bocca di tutti”.
Penso a chi ha comprato nel 2009, quando lo
S&P500 era a 700, sicuramente oggi vive già in un altro pianeta, rispetto a
quello dove vivono molti di noi, in cui ogni giorno ci ripetono che è sempre
più crisi. Raccontiamocelo a 3.000.
PIAZZA AFFARI:ci vorrebbe la caparbietà di Viviani
per rimettersi subito in sella, ma anche la precisione di Campriani per trovare
sempre il livello giusto. Queste devono essere le qualità per resistere alla
fatica in Piazza Affari, rimanere dentro anche quando scende, e
comprare/accumulare con precisione, per esempio a 16.500. Ci vorrebbe anche un
Basile per mettere ko l’Orso (l’animale del ribasso), ma una volta sfondati i
17.000 andremo ancora più forti di Paltrinieri. Agosto Toro.
NASDAQ:siamo sui massimi assoluti. Ora inizia la
marcia verso l’Everest, verso gli 8.000.
CINA: un anno fa esatto, economisti pluridecorati
prevedevano un nuovo ’29 d’Oriente. Oggi l’indice è ancora a 3.000, senza
drammi, anzi, probabilmente tornerà a salire.
In attesa del grande evento di questa notte, mi riferisco alla partita di pallacanestro tra i grandi giocatori dell'Argentina e i grandi atleti degli USA, vi posto qui sotto l'ultimo "Panino e Listino" quello prima di Ferragosto. Domani di nuovo in edicola, con gli obiettivi stellari su Wall Street, perchè voglio arrivare sempre prima di chi poi vi dirà "te l'avevo detto". D'altronde, nessuno può negare che qui alla fine del 2008 scrivevo "IO COMPRO". Domani su "Panino e Listino" Libero, non solo USA, ma anche Cina, dove l'anno scorso scrivevano: "è in arrivo un nuovo '29". Avanti con le catastrofi, prima o poi succede.
LIBERO Giovedì 11 Agosto 2016
Esami fin dal primo vagito, questo era l’aspro
destino che toccava a chi nasceva a Sparta. Se il bambino era gracile o
malforme, veniva subito gettato dal monte Taigèto, solo chi era completamente
sano riusciva a passare la prima difficile prova. A 7 anni era già arruolato
nell’esercito, lontano dalla famiglia, nei campi militari a sopportare e
imparare a convivere con fame, sete, freddo, caldo, a dormire per terra, a
camminare scalzo ed a sopportare il dolore. Solo così si poteva allenare duramente
il corpo, rendendolo capace a superare ogni avversità e pronto a combattere in
qualsiasi momento ce ne fosse stato bisogno. L’imprevisto, il “cigno nero” dei
nostri giorni, non era nemmeno catalogato nella mente di queste macchine da
guerra.
I soldati spartani dei giorni nostri, sembrano
essere le banche italiane, che dopo aver affrontato la più grande crisi dei
tempi moderni, il “fallimento Lehman”, l’attacco all’Euro, una lunga e dolorosa
recessione dell’Italia e dopo aver superato brillantemente anche gli ultimi
“stress test”, godono di una forma e di una preparazione in grado di soddisfare
anche il severo Leonida. Tutto questo con il minimo aiuto. Eppure, nonostante il superamento di tutte
queste fatiche, l’esercito delle nostre banche non gode della stessa ammirazione
che il mondo provava per gli spartiati.
Forse perché le banche anglosassoni oggi sono molto
più forti dell’immenso esercito di Serse?
Nessuna paura, questa volta alle Termopoli andrà
diversamente, Draghi, il nostro Leonida ha a disposizione ancora un arsenale
infinito per poter vincere. La riscossa è sempre più vicina.
PIAZZA AFFARI: percorso perfetto con tanto di
trappole. Sembra di rivedere, in senso inverso, quanto accaduto nell’estate
scorsa. Mentre nel 2015 si fingevano i rialzi, questa volta a mentire sono le
discese. L’avete mai visto un Toro in costume? Sopra 17.000 spettacolo in
spiaggia.
BANCHE: “la rivoluzione bancaria è all’inizio” dice
Doris, ma mentre la positività dell’Ennio nazionale non è una novità, a fare
scalpore sono le parole di Tamburi, il “Warren Buffett” italiano, quando dichiara
che con le nostre banche si può fare un buon affare. Pesi massimi in azione.
MPS: 0,25 era il mio ultimo prezzo. Questa volta al
palio di Siena, a vincere potrebbe essere la contrada della “banca”.
FTSE100: l’indice di Londra è su del 7% da inizio
anno. Sopra 7.000, l’obiettivo diventa 10 tondo. Lo chiamavano “pericolo
Brexit”.
FTSE STAR: mentre a Rio le stelle italiane cadono, a
Milano l’indice Star è pronto a fare nuovi massimi. E’ il nostro Nasdaq, e in
quest’indice c’è anche il gioiello BE.