31 gennaio 2009

DESPERATE (FINANCIAL) HOUSEWIFE E... MCDONALD


Nuovi segnali di crisi e di riconversione. Dalle voci che mi sono pervenute, sembra che i grandi manager newyorkesi abbiamo abbandonato i ristoranti di lusso, e che ora siano costretti a pranzare nei comuni McDonald. Una riappacificazione verso il proprio portafoglio, magari un po' meno verso il proprio intestino. La crisi colpisce anche i piani alti, ed ora anche gli Ex Dei dell'alta finanza sono costretti a scendere verso gli inferi della recessione. Ma è un'altra la notizia che colpisce ed è quella che riguarda le "desperate housewife", non quelle del telefilm, ma le mogli disperate dei broker della grande mela. Ora che è finita la sbornia dei soldi facili, inizia la sbornia da bottiglia. Infatti, sembra che questi enfante prodige della finanza ora si ritrovino ogni sera nelle bettole peggiori, per affogare le proprie frustrazioni nell'alcol. Le mogli vedono i propri mariti rientrare ogni notte ubriachi, ed è proprio per questo che stanno fondando un'associazione, simil alcolisti anonimi, dove riunirsi per sfogare la loro disperazione. Anche Bud Fox finì con l'attaccarsi alla bottiglia, sono le classiche crisi di coscienza, quando il pavimento d'oro d'improvviso scompare, ti ritrovi aggrappato alle pareti scivolose, che lentamente ti attirano verso gli abissi di una crisi morale. A distanza di molti anni le parole di Daryl Hannah sono ancora scolpite nel muro di Wall Street: "Caro Buddy, ti accorgerai, che aver avuto i soldi, ed averli persi, sarà peggio di non averli mai avuti...". In questi casi bisogna ritrovare la propria coscienza, altrimenti sarà veramente dura rialzarsi dopo questa sbornia!

Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

24 gennaio 2009

IL MODELLO KAKA' (Aggiornato)


Esattamente una settimana fa andava in scena il dramma: dopo la partita di sabato sera sembrava di assistere al saluto prima della partenza per il fronte. Abbracci, lacrime, strette di mano e l'immancabile pugno che batte sul cuore. Su il sipario, inizia la tragedia, protagonisti fuori e dentro il campo, i tifosi sono gli ingenui spettatori di un "Truman show"? Il destino di Kakà sembra segnato, il futuro è il fronte di Manchester, ma non la d'orata sponda dello United, bensì l'oliosa, fumosa e grigia sponda del City. Il confine dell'Occidente sportivo, l'esilio del calcio e appunto anche per questo, il compenso deve coprire i vuoti dei sentimenti e della qualità calcistica. In settimana è arrivata la notizia che sognavo, Kakà resta al Milan, i tifosi della fossa e gli amanti della bellezza del calcio, potranno ammirare ancora le pennellate, gli scatti, i dribling, le acrobazie di chi ha nei piedi e nell'estro un talento vero, un dono dal cielo e nei polmoni ha l'energia del TGV e nel sentimento ha una sensibilità intoccabile. Kakà resta al Milan, il gesto mi conquista, ed anche solo per questo rischierei di diventare tifoso milanista. Storia vera o inventata? Non lo so, forse scopriremo qualche dettaglio nei prossimi mesi, la malizia non ci porta sempre alla realtà, spesso ad un cinismo che è ormai conformismo dei tempi, se pensi male, parli male. Kakà non è certo un eroe, sono altri i personaggi che meritano il superlativo assoluto dell'animo e del gesto, Kakà è un sogno che diventa realtà, un simbolo per il pallone ormai sempre più sgonfio, una pagina rosa nel libro nero del calcio. Un business con un cuore, che per una volta, batte più forte dei denari tintinnanti sul tavolo. Non mi interessa l'uso politico che ne ha fatto il Premier da Biscardi, non mi interessa se intorno a questo si creeranno nuovi business, io in questo momento vedo solo il gesto di un ragazzo, cerco di comprendere i suoi sentimenti. Altri calciatori, davanti ad alcune scelte, hanno avuto atteggiamenti diversi. Buffon ha ammesso di aver sofferto di depressione, Vieri davanti all'enorme successo dice di aver subito attacchi di panico. Per una volta forse sarò io il cinico, ma non credo che Vieri sappia veramente cosa sia la sindrome da attacchi di panico. Io l'ho subita, e non mi vergogno di ammetterlo, e non certo dovuta a troppa ricchezza o per cause di eccessi di popolarità. Gli attacchi di panico sono terribili perchè sono invisibili, sono un'attrazione che si insinua nella tua mente piano piano, di nascosto e ti assorbe, non la conosci e finisci per accettarla. Vivi nel silenzio esterno e nelle urla interne, la tua bocca è muta, ma la tua mente grida, chiede aiuto, ma nessuno ne è capace. Sono tutti pronti con la lista delle soluzioni, devi fare questo o quello, ma nessuno ti chiede di cosa veramente hai bisogno, l'insensibilità del prossimo, contro la tua estrema sensibilità. Sei solo, contro te stesso, il nemico è inside. Tutti conoscono il modello della felicità (per gli altri) ma chissà perchè sono in pochi a saperla mettere in pratica per se stessi. Ti aggrappi ed ogni tanto ritorni alla vita, prendi ossigeno, ma subito, in modo autolesionista, senti quasi l'assenza di quel male infido, ti ammalia e ti richiama, non puoi vivere senza di me, e ricadi. Per uscirne le vie sono la psicanalisi, la medicina o la forza di volontà, ed una faticosa autonalisi, un viaggio dentro te stesso. Io ce l'ho fatta, almeno credo, ma ancora oggi mi guardo dentro, e prima di incolpare il prossimo, cerco di capire se sono io ad aver sbagliato. Probabilmente questo è causa o merito della mia estrema sensibilità. Prima di uscire di casa, ci copriamo di strati di metallo, un armatura a prova di dolore, siamo nella società dei vincenti, in cui i punti deboli devono essere nascosti. Per quanto mi riguarda potrei uscire di casa nudo, non mi vergogno delle mie cicatrici, anzi, sono lì a ricordarci gli errori fatti e le sofferenze. Ed invece tendiamo ad allontanarci da chi ha sofferto, perchè abbiamo paura di soffrire, ed è per questo che mi chiedo, perchè continuiamo a soffrire inseguendo chi scappa, trascurando chi ci è vicino, dando sempre per scontato che anche se accantonato, sempre ci sarà... perchè vogliamo quello che non abbiamo solo per il gusto della conquista? Il Milan si è tenuto Kakà, ed ha fatto bene, non è solo un regalo per noi amanti della bellezza, dell'arte applicata allo sport, dell'eleganza su tappeto verde. Kakà stava bene al Milan, il Milan con Kakà può andare lontanto, ed allora vale trasformare in denaro ed in una futura incognita, una bellissima realtà che può continuare a regalare soddisfazioni? Il Milan ha fatto un regalo a se stesso, è inutile cercare il meglio, quando il tesoro è già in casa.

17 gennaio 2009

"OBAMA HOPE" - Sta arrivando! -3


Ieri sera abbiamo assistito ad un concerto che rimarrà nella storia, e sarà ricordato spesso, domani assisteremo all'incoronazione che farà la storia. Arriva un nuovo governo ed un nuovo presidente che nel volto ha già le rughe del vecchio e vissuto, Obama deve ancora fare il suo giuramento, ma per noi sembra già presidente da una vita, tanto siamo stati bombardati da immagini e programmi. Sta per avere inizio un evento ed un nuovo programma politico. Promesse e soluzioni devono però essere ridimensionati, le aspettative sono accecanti, e si rischia che anche se solo sarà un successo a metà, risulterà un fallimento. Se ti aspetti 10, anche un 7 potrebbe portarti sconforto. L'evento invece merita i riflettori di tutto il mondo, perchè l'America per l'ennessima volta dimostra di essere l'Araba fenice mondiale che nonostante bruci nel falò delle vanità di un sistema economico/finanziario malato, ha la possibilità, la volontà, l'umiltà e la forza per risorgere, splendere e nuovamente educarci, indicandoci la prossima linea, la moda ed il pensiero da cui prendere spunto. L'America è continuamente battezzata verso il definitivo declino, ed ogni volta resuscita per stupirci. La Cina è sempre più vicina ad afferrare quel testimone che sancisce il passaggio di potere globale, ma gli USA non mollano e lanciano il messaggio: "da domani il Maggiordomo diventa padrone di casa", e per la cultura americana che ha sempre dato una possibilità a tutti, non è la stessa cosa dell'operaio che diventa padrone o del self made man, ma è lo sradicamento di una cultura, che nonostante la modernità ancora covava in molti bianchi, tanto da portare 2 persone al voto nella stessa cabina, l'elettore che votava il cambiamento ed il bianco che doveva accettare un nero come capo. Da domani, con il lungo e santificato discorso, che prima di essere pronunciato, è già stato messo in bacheca, la penna di Obama avrà esaurito l'inchiostro, e dalle parole dette e scritte, si dovrà finalmente passare ai fatti. Già si sprecano gli accostamenti con gli ex grandi presidenti americani, con chi ha già prodotto e dipinto un'epoca, verso chi solo ora sta prendendo in mano la tela ed il pennello. Personalmente, visto che per ora si tratta ancora di fantasia, preferisco l'accostamento con i personaggi dei fumetti ed i supereroi, d'altronde proprio Popeye, ovvero Braccio di Ferro, fu un forte antidepressivo negli anni '30, un Barack Obama Superman, o meglio ancora SpiderMan Obama, non è una stupida trovata pubblicitaria o propagandistica, ma un modo per caricare e motivare la popolazione. La psicologia nella vita è molto, nelle fasi di crisi è ancor di più, c'è differenza nel fare una cosa credendoci e nel farla non credendoci, è più facile che si realizzi nel primo caso. Se pensiamo che una delle cause della crisi è proprio nella mancanza di FIDUCIA, possiamo comprendere che la dove non arriva la pratica, può la spinta della motivazione. Ed allora ben vengano tutti gli stimoli allegorici e la benzina, lo zucchero che stimola lo spirito, la musica, la fantasia, le immagini e le parole, nuova linfa che possa irrorare la forza del lavoro e l'unione per riuscire a vincere la partita con spirito di squadra. E poi non dimentichiamo l'altra variabile, l'effetto Fortuna. Se ne va Bush, un presidente che aveva il potenziale per entrare nella storia, arriva Obama, un presidente che ha la storia in tasca, la differenza si vede in un immagine quanto banale, tanto efficace: Bush in un campo da basket davanti ai giornalisti tenta un palleggio, ma il pallone è sgonfio e non rimbalza; Obama davanti alla folla dei giornalisti che aspetta l'errore, fa un tiro da tre punti e fa centro al primo colpo. La Fortuna è con Obama, e sarà un alleata indispensabile, possiamo dire che partiamo con il piede giusto. Sapete quanto mi piace il personaggio, e che sia e voglia rimanere fuori dagli schemi e dal formalismo aumenta il mio amore verso il personaggio, ma per quanto io possa essere emozionato ed entusiasta, voglio rimanere con i piedi per terra. Dai primi discorsi di programma, si conferma quanto avevo vaticinato negli articoli scorsi, si pensa prima alla Nazione, ai problemi interni ed all'economia, e poi si traccia la politica estera. La crisi si Gaza è stata una conferma e non una sorpresa. Da domani potrebbe iniziare una nuova era, Obama ci proverà, ed anche solo per il fatto di provarci, merita stima per il coraggio e così tutti quelli che si mettono in gioco, ma ridimensioniamoci al fischio d'inizio, partiamo da Zero e così sarà più agevole arrivare a Dieci. Non mi ricordo chi diceva: "spero che tu viva in tempi interessanti", di sicuro questi lo sono. Peccato che l'Italia, anche in tempi così importanti, o meglio interessanti, sia relegata sempre più a provincia, a spettatore di un'opera che potrà diventare anche un capolavoro...
ps. nella tasca mi rimane solo un pizzico di malizia. Mi fa pensare il fatto che sia la grave crisi economica/finanziaria, sia l'acuirsi del conflitto Israelo-Palestinese si siano perfettamente incastrati nel puzzle del vuoto di potere americano. Coincidenza o spregevole pianificazione?