25 ottobre 2017

Panino e Listino: RICORDANDO IL "BLACK MONDAY" 1987, OTTOBRE OSTILE (Venerdì 27 Ottobre in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox




“La Fed è pronta a immettere sui mercati tutta la liquidità necessaria, in appoggio al sistema economico e finanziario Usa”, per Alan Greenspan, novello presidente della Fed appena eletto, il 19 Ottobre del 1987 fu il battesimo del fuoco. Successivamente alle sue dichiarazioni, il 20 Ottobre le società cominceranno a ricomprare le loro azioni che nel frattempo erano precipitate e Wall Street il lungo cammino per risalire la china. Da quel giorno Alan Greenspan sarà chiamato “Il Maestro”.

Lunedì 19 Ottobre 1987 fin dal mattino non è un giorno come altri, l’aria a New York è di smobilitazione, nel luminoso e scintillante mondo dei giovani broker, yuppies in carriera, qualche nube di preoccupazione inizia ad addensarsi: alla Salomon Brothers (la Goldman Sachs dei giorni nostri) partono i licenziamenti, la formula del guadagno facile, della vita a sei zeri inizia ad avere qualche crepa. Eppure, a guardare le statistiche dell’epoca l’economia sembra vivere in un mondo dorato, siamo in piena “Reagonimcs” (il presidente è Ronald Reagan), 4 anni consecutivi in cui il Pil corre (non come oggi), tasse basse e una borsa che da inizio anno cresce oltre il 40%.

E’ l’anno che consacra il modello “take over”, scalate societarie, fusioni e acquisizioni che ingrassano le banche d’affari, ma il 19 Ottobre qualcosa si inceppa. La mattina in Asia i primi nuvoloni, Hong Kong, ai tempi borsa di periferia, perde il 45%.

Si dice che quella mattina alla Donaldson una società di intermediazione, gli operatori arrivando al lavoro si stupirono di trovare le guardie armate, assunte dal Cda per proteggersi dai clienti infuriati. Wall Street apre negativa, contagiata dal resto del mondo, poi si rompono le acque e complici i primi computer programmati per scambi elettronici, il ribasso si amplifica. Fu il diluvio, tanto che alla Shearson Lehamn gli operatori scrissero “alle scialuppe di salvataggio!”

Saldo di giornata: -22,8%, un record.

Quel lunedì al North Star Pub, vicino a WS, il barista offrirà una sconto del 22,8% sulle birre, come il ribasso del Dow.

Non si conosceranno mai le vere cause che scatenarono il ribasso, il più indiziato rimarrà l’esagerato deficit sulla bilancia commerciale.

Quel giorno, Alan Greenspan vieterà la chiusura dei mercati, avrebbe causato altro panico. Qualche anno più tardi paragonerà quell’impresa a quella dell’Apollo13, devastato dallo scoppio nella corsa alla Luna, e riparato dall’equipaggio con mezzi di fortuna.

In quella grande disperazione ci fu anche chi fece grandi affari, Warren Buffett colse quella grande occasione da saldo per comprare altre azioni Coca Cola. Per molti fu un azzardo, per lui qualche anno dopo si rivelò un guadagno a 3 cifre.

PIAZZA AFFARI: inutile ripetere che la politica, la si chiami Catalogna o in altro modo, non ha nessun effetto sui mercati. Ma il “problema” npl sì. Saranno ancora le banche la zavorra di Milano? Aspetto sempre la correzione.

DIGITAL MAGICS: inutile ripetere che è la mia preferita. La corsa è solo all’inizio.

LANDI RENZO: credo non si necessario scomodare il Nobel Thaler per capire che comprare a questi prezzi è come buttare i soldi nell’inceneritore.
 
In vista dell'importante riunione BCE di domani e del comunicato di Draghi che sarà pesato parola per parola, ho inserito qui in pagina un nuovo sondaggione. Vediamo quanti reduci ha ancora questo blog.
Domani Panino e Listino non sarà in edicola, come anticipato nel titolo, ci ritroviamo venerdì.

 

04 ottobre 2017

Panino e Listino: REFERENDUM CATALOGNA, LA CATALEXIT NON E' LA BREXIT, ALMENO PER I MERCATI (Giovedì 5 Ottobre in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



In questa cacofonia mediatica dove opinioni, dati e giudizi si scontrano senza mai trovare un filo di luce che possa chiarire, ma solo e sempre tanta polvere per confondere, anche dopo il referendum in Catalogna si rimane basiti con la faccia da ebete e ci si chiede? È veramente un episodio che cambierà la storia o semplicemente l'ennesimo spot mediatico per attirare l'attenzione e poi come fuochi d'artificio tutto svanisce e rimane solo l'eco di molto rumore per nulla?
L'unica che poteva e doveva esprimere un'opinione, L'Europa dell'Euro, è rimasta in un silenzio preoccupante.
Ciò che resta è la statistica, ha votato meno del 50% degli aventi diritto. Sono una conclusione mi permetto di fare, se Rajoy avesse lasciato spazio alla democrazia, l'Occidente almeno in questo dovrebbe dare il buon esempio, molto probabilmente meno gente sarebbe andata a votare e il risultato non avrebbe raggiunto questo clamore. In questo modo, nonostante metà dei catalani non abbia espresso opinione il 90% del 50% suona come la fanfara di un trionfo storico.
A questo punto siamo costretti ad aggiornare la classifica del tapiro della storia (tapiro per non essere troppo offensivo), un podio completamente stravolto: primo per distacco Rajoy, scala in seconda posizione Cameron mentre al terzo, di misura, rimane il Matteo nazionale.

La morale però sembra essere un'altra e cioè che sia l'Europa che gli Usa, non hanno bisogno dell'Isis o di qualsiasi attacco di alieni per rovinarsi, ci riescono benissimo da sole, con le proprie armi.

Domani su Panino e Listino le "10 di Buddy Fox 2017" il mio esercizio previsionale per quest'anno con gli aggiornamenti e su cosa potrebbe succedere nel finale d'anno.
Numero da collezione. 

ELEZIONI GERMANIA, L'EURO PERDE NELLA ROCCAFORTE



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 




Elezioni in Germania cigno nero?
Non diciamo sciocchezze, però per molti è arrivata una cattiva sorpresa.
Dopo aver atteso invano i populisti in Austria, poi in Olanda e infine temuto di trovarli in Francia, ecco che i populisti nazionalisti li trovi in Germania, proprio in quel l'elezione (come fu per Brexit e Trump) che dovevano avere il risultato finale più scontato.
Ora l'Afd fa paura, perché la protesta è seria e forte proprio nel Paese che sia economicamente e socialmente doveva essere il più soddisfatto in Europa.
Il re è nudo? In effetti le banche scricchiolano, tra derivati al veleno e perdite sane non lo sono mai state, poi c'è il settore auto con il trucco e poi hanno anche il coraggio di dire che noi italiani siamo i furbi e poi c'è la politica economica che negli investimenti di Pil mette proprio pochino.
Per fortuna c'è Super Mario, anche per loro.
Forse la Germania non è poi così bella come ce la raccontano.
La Merkel d'altronde è come la kriptonite, chi l'abbraccia si indebolisce, prima i Liberali, poi l'Spd di Schultz.
Il problema è che ora è riuscita a indebolire anche se stessa.