30 settembre 2016

DEUTSCHE BANK STA MALE, MA NON MORIRA' COME LEHMAN BROTHERS



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



Di Deutsche Bank abbiamo già scritto, anticipando anche i dati che in questo momento si stanno diffondendo in modo fin troppo allegro, quasi come fossero numeri del lotto. Facciamo a chi la spara più grossa, a chi dice la cifra più grande, a chi spaventa di più, non è una novità. 
Il mio atteggiamento, per chi già mi conosce è ben diverso, soprattutto nei momenti, come questo, molto difficili e ricchi di insicurezza. Preferisco prevenire, avvisare in anticipo, e poi, nel momento del pericolo, controllare se questo sia veramente un rischio o meglio un'opportunità.
A mio avviso, Deutsche non è Lehman, è un'altra cosa, come la Germania non sono gli USA. 
E pensare che fino a oggi, tutto il mondo ha perso tempo e ha fatto perdere soldi concentrando tutti gli sforzi su un istituto italiano, che aveva come unico grande problema la questione del credito, non certo quella ben più pericolosa dei derivati che tra l'altro non sanno nemmeno più in che modo calcolarne il valore.
Anzi, paradossalmente, la crisi Deutsche Bank, che nonostante il rischio derivati, nasce da un altro problema ben diverso da Lehman Brothers, può diventare una grande occasione per l'Italia.
Dalla prossima settimana, inizio di Ottobre, le paure e i ribassi dovrebbero attenuarsi e far vedere le prime luci del recupero e di un buon rialzo.
Qui sotto il "Panino e Listino" che provava a raccontare il caso Deutsche Bank, da me definita la "polveriera d'Europa".

LIBERO Luglio 2016
C’era una volta una grande banca, boom, e adesso non c’è più. Questo è il rischio che corre Deutsche Bank, la banca che qui abbiamo definito  “polveriera d’Europa”.
In questa infinita e logorante crisi finanziaria, Deutsche Bank, almeno qui in Italia, è rimasta sempre ai margini della discussione, non è stata mai vista come un pericolo, perché l’attenzione era sempre catturata dai problemi della finanza interna. Prima il Monte dei Paschi, protagonista assoluto per i mille motivi che già conoscete, e poi nel 2015 sostituito dall’entrata in scena dello sciagurato “bail-in” e dalle prime 4  banche italiane  sacrificate nel grande esperimento del “salvataggio privato”.
Di Deutsche Bank, nemmeno una parola né un allarme. In verità il nome della banca tedesca saltò agli onori della cronaca nell’estate infuocata del 2011,  quando in pochi mesi e in grande segretezza DB tagliò l’esposizione sul nostro debito dell’88%, scaricando sul mercato 7 mld di BTP, facendo schizzare il nostro spread e scatenando un inferno politico ed economico che difficilmente dimenticheremo. Ma quelli furono motivi patriottici e non allarmi di rischio sistemico.
Oggi, con l’avvicinarsi dei nuovi esami sulla salute delle banche (stress test) e i continui cali in Borsa, DB viene finalmente messa sotto la lente degli investigatori finanziari come tutte le cugine italiane. DB è una mina vagante, e il motivo è presto spiegato: i derivati. Secondo le ultime stime sembra che in pancia del colosso tedesco ci sia un’esposizione in strumenti rischiosi pari a 75.000 mld di $. Poco o tanto? Facciamo un paragone, se pensiamo che il Pil dell’intera Germania è di circa 4.000 mld di $ e quello mondiale è di 80.000 mld di $, il boccone in pancia della banca oltre che indigesto rischia di diventare velenoso.
Le cifre sono mostruose, ma non è detto che siano un pericolo imminente, finchè i tassi rimangono a zero e la liquidità abbonda, tutto è circoscrivibile e ci si può anche guadagnare, ma se, caso imprevisto, i tassi dovessero fare anche solo un piccolo balzo ecco che la situazione diventerebbe ingestibile.
Il problema è dunque comune, non solo banche italiane, ma anche banche tedesche. E’ vero, soffriamo di patologie diverse, i tedeschi troppo esposti nei derivati, e noi negli Npl, ma abbiamo un minimo comune denominatore: il rischio, loro hanno esagerato con la finanza e noi con l’economia, specie quella poco raccomandabile.
Ci salveremo? La risposta è in un titolo: “Too big to fail”, troppo grandi per fallire. L’Europa farà di tutto per salvare il colosso, anche aiutare le banche italiane.
PIAZZA AFFARI: senza che i puristi dell’analisi tecnica inveiscano contro di me, posso dirvi che sul nostro indice si è formato un “diamante”. Una figura che se posizionata all’estremità di una tendenza può significare inversione. Poco contano dunque i movimenti di breve, conta molto di più sapere che quest’estate potremo anche toccare quota 20.000. San Mario Draghi c’è.
DEUTSCHE BANK: l’anno scorso scrissi “se DB scende mentre il Dax sale, un motivo ci sarà”. Ma questa debolezza viene da lontano: 108 mesi di ribasso massacrante con una perdita del 88%.  Ora siamo entrati nell’area “rischio fallimento”, perché questo sarà il destino di DB se entro il 2017 non sarà recuperata quota 17,50. 146 anni di storia da salvare.
MPS: attendo sempre che Penati mantenga la promessa fatta a Trento, un intervento simbolico sugli NPL.
BUND: in punta di piedi i rendimenti sono tornati a zero. Di buon auspicio per le attività di rischio.

5 commenti:

Buddy Fox ha detto...

Ecco un link dove controllare l'andamento di un indicatore di rischio di DB
https://www.boerse-stuttgart.de/en/Deutsche-Bank-AG-bond-US251525AN16

Anonimo ha detto...

Grazie
Per
tenerci aggiornati, con la tua analisi e previsione

cacaliban ha detto...

grazie

Buddy Fox ha detto...

Come vi ho detto mi viene difficile aggiornare costantemente il blog, anche perchè mi piacerebbe cambiare molte cose e mi sento incapace a farlo, però al tempo stesso non voglio abbandonare, quindi, ci proviamo. E se qualcuno ha consigli, suggerimenti, scriva, sappiate però che comunicate con un ignorante della materia moderna.

ps. un pensiero già scritto su twitter, avete mai pensato al collegamento con il TTIP?
Provate a ricordare cos'è successo con Volkswagen, settore dove Apple e Google si stanno facendo strada, poi ripensate a come sono state e da chi sono state interrotte le trattative sugli scambi commerciali tra Europa e Usa, e infine ecco Deutsche Bank, quella USA però non DB Germania o DB Italia e poi ricordiamo a quanto sono ponti le banche USA.
Ecco, non credo serva aggiungere altro. Non credo sia complottismo, anche perchè questo aspetto non ha mai fatto parte della mia natura.
a presto

Anonimo ha detto...

Non mi sembra una novità, che Europa ed Usa mostrino i muscoli per le loro società. Solo che noi non lo sappiamo fare.
Davide