24 febbraio 2012

NON TUTTO IL MAL... - Petrolio 230$, Benzina sopra 2 euro al Litro, la bolla finale?

In questi anni, tutte le volte che mi avete chiesto un consiglio sul Petrolio, come vi ho risposto? Sempre allo stesso modo: "comprare sulle discese". Sempre! 2008, crollo dal picco, sotto 90$ ho scritto COMPRARE, sembrava una segnalazione assurda, priva di senso con una recessione/depressione alle porte. Siamo scesi fin sotto 50$, ma in pochi mesi siamo tornati sopra 100$. Così nell'ultimissima crisi, discesa e poi? Siamo di nuovo sopra 100$. Più volte ho manifestato la mia visione di un prezzo alla pompa sopra 2Euro, un vero disastro per chi come me ama guidare, pensate cosa può provare chi con la benzina e l'auto ci deve campare e dal trasporto ne deve ricavare un reddito, una vera sciagura! Ma solo un Petrolio alle stelle e di conseguenza la benzina, potremmo avere quel distacco benefico, per la nostra salute, la nostra economia, il nostro fisico. Non sono spaventato nel dover fare chilometri, consumare le mie timberland o le sneakers, i miei polmoni non sono impauriti per la prossima fatica, anzi stanno pregustando il momento della liberazione dall'inquinamento per idrocarburi. Solo un picco, un eccesso estremizzante, devastante, potrà liberarci dalla schiavitù dell'Oro Nero. Volete mitigare il caro carburante, per quel che si può fare, seguite il consiglio che ho dato per anni, comprate strumenti sul Petrolio, non vi regaleranno il pieno al distributore, ma almeno potranno limare quel costo che sembra sempre più insostenibile.
Qui sotto il pezzo che ho scritto per Panorama Economy, è passato un anno, più o meno. Vale?

28 FEBBRAIO 2011 " Se vedessi Milano piena di pale eoliche e pannelli solari, o se si scoprisse il petrolio a Berlino, forse comincerei a preoccuparmi". Con onesta' ammette "sei mesi fa non avrei mai suggerito di comprare Petrolio". Questo è quanto dichiarava Jim Rogers (guru delle materie prime ed inventore del fondo RICI) nell’autunno del 2007, tanto che si lanciò in una previsione di prezzo per il petrolio oltre ai 200$. Lo stesso prezzo fu indicato nel Maggio del 2005 dal guru di Goldman Sachs Arijun Murti assurto nell’Olimpo della finanza, grazie alla precedente previsione di 100$ sempre sul Petrolio. Entrambi i personaggi presero un bel bagno, sia in termini teorici, sia di portafoglio, infatti qualche mese dopo, il Petrolio toccò i 146$, innescò il panico inflazionistico, costrinse la BCE ad un aumentò dei tassi, e com’è sempre accaduto negli ultimi 60 anni (anche a causa del crack LEHMAN), cacciò gli Stati Uniti in recessione. E proprio qui abbiamo un indizio molto importante, mentre nella mini recessione del 2001/2002, il petrolio retrocesse fino a quotazioni minimi sui 10$, nella drammatica crisi di questi 2 ultimi anni, il petrolio si crollò, ma fino ai 40$, e non su minimi consoni ad una precipitosa crisi economica. Due sono stati i principali reggitori, che hanno frenato la discesa dell’oro nero, un mondo emerso che ha risentito solo minimamente della crisi economica finanziaria e l’enorme liquidità con cui le banche centrali (FED in primis) hanno inondato i mercati finanziari, carburante per la speculazione. Un mare di liquidità che ha innalzato coralmente tutte le materie prime, dalle meno conosciute, a quelle più largamente diffuse, beni essenziali per la quotidianità dell’essere umano. Ed è proprio tra quest’ultime, che si annida il colpevole delle ultime rivolte africane/mediorentali. La storia ci insegna che più della libertà, il popolo cerca il pane, essere sfamati è la priorità. Nella Primavera del 2008, con il feroce rialzo dei prezzi del frumento, avevamo avuto un assaggio di quanto poteva accadere, la fame fa paura! Ed i prezzi che si impennano, in un breve stacco di tempo, sono non solo uno spauracchio inflazionistico, ma anche una minaccia omicida per il consumatore, soprattutto se povero. Successivamente la crisi ha soffocato la speculazione, sgonfiando i prezzi, ma la successiva ripresa, e la mole di liquidità, hanno indirizzato gli operatori verso il settore più interessante da cavalcare, in vista della prossima salita: le Materie Prime. Gli incendi della scorsa Estate in Russia (qui segnalati come propulsore per i prezzi del grano piombati ai minimi) erano, se vogliamo, un quadro anticipatore di quanto sarebbe accaduto, nei mesi successi, in paesi dove il grano è una necessità. Ma se gli ultimi ribassi azionari, hanno spaventato anche le soft commodity, più volatili e soggette ai dati economici, il Petrolio continua imperterrito la sua corsa. I paesi arabi festeggiano, i proventi dal caro petrolio, gonfieranno le casse, consentendo elargizioni al popolo arrabbiato e pronto a nuove ribellioni ma, come sa bene l’Arabia Saudita, un’eccessiva impennata dell’oro nero, rischia di strozzare nuovamente e prematuramente, una ripresa (Occidentale) ancora gracile. Queste apparenti brutte notizie, sono per noi un balsamo, l’Arabia, saggiamente, rifornirà il mercato, comprendo il buco libico, ma sarà veramente la Libia l’ultimo campo di battaglia? Stavo per chiudere il pezzo, ma proprio in questo momento il mio cellulare lampeggia, arriva un messaggio dal mio Maestro, DL, un leone indomabile dei mercati, un operatore con molte decorazioni che mi scrive: “resto lungo sul crudo, in attesa di ulteriori incendi politici in Algeria, Arabia ed Iran. Target finale 230$”. Credo che anche Jim Rogers sia d’accordo, e questa volta anch’io vedo la possibilità dei 200$, ma se questa, all’apparenza, sembra una notizia catastrofica, nel lungo termine ci libererà dal monopolio energetico, permettendo il grande cambiamento, soprattutto ambientale, ricordatelo quando sarà il momento di dirigersi verso le energie alternative...

email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato e FinanzaPolitica

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