08 aprile 2011

Grandi Manovre - UN FUNAMBOLO IN BCE


Il rialzo dei tassi targato BCE è arrivato, finalmente o purtroppo (a seconda dei gusti), ma è passato, ed ora potremmo concentrarci sulle reali prospettive dei mercati. Era veramente così indigesto questo movimento? Alla prova dei fatti non sembra, sebbene assuefatti da un "denaro in saldo", apparentemente regalato, dobbiamo ricordarci, ma soprattutto svegliarci, ricordando che tassi nominali e reali così bassi, non si sono mai visti e che solo l'eccezionalità degli eventi ha costretto a tali manovre, l'asticella di un ogettiva normalità, si trova su livelli ben più alti degli attuali. Saliranno i tassi sui mutui variabili, la colpa però non è nè della BCE nè del prudente e rigoroso Trichet, i consumatori avrebbero dovuto approfittare della discesa dei tassi per convertire il mutuo da variabile a fisso.
Nella conferenza stampa di ieri (il vero evento della giornata), Trichet ha usato parole molto soft e calibrate, infatti non è stato usato il termine "strong viligance", codice allarmistico, perchè in passato aveva preceduto un filotto di rialzi dei tassi, e nemmeno l'espressione catastrofica "heightned alertness", ovvero l'harakiri prima del Luglio 2008. Trichet ha voluto calmierare le aspettative, calibrando i vocaboli, ormai dei codici per gli operatori, e cercando di mescolare le carte, non dando per scontati prossimi aumenti dei tassi.
Oggi, a differenza dei mitici tempi di Alan Greenspan, le Banche Centrali Occidentali, cercano di avere con il mercato, una trasparenza disarmante, preparando, annunciando e servendo su piatti d'orati, le future mosse sui tassi. Gesti con guanti bianchi, che assomigliano più a maggiordomi di corte, piuttosto che a governanti.
Gli equilibri rimangono precari, ed è per questo che Trichet, deve limare il suo becco di falco, alla conferenza di ieri ha voluto confermare che la crescita europea rimane solida, ha rimarcato la necessità di risanamento dei bilanci statali ed ha concluso con un "to monitor closely", ovvero: "i prezzi saranno sotto stretta osservazioni".
Tradotto, se il Petrolio continuerà questa salita verticale, saremo costretti ad un nuovo aumento in Giugno. Sappiamo bene però che non è il Petrolio la variabile minacciosa per l'inflazione, ma l'aumento salariale, e con una tale disoccupazione, la concorrenza sui prezzi dovuta alle merci prodotte in Oriente, ed un'enorme massa di nuovi lavoratori alle porte, passerà una nuova recessione, prima di vedere un vero aumento sul costo del lavoro.
Il funambolo Trichet è avvisato, ci vorranno grandi abilità per rimanere in equilibrio su quella corda, più il tempo passa e più diventerà sottile...

Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

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