05 novembre 2008

OBAMA PER UN RINASCIMENTO AMERICANO? "Yes we can!"


Good morning! Oggi non ho nessun interesse a fare analisi o previsioni, oggi ho solo voglia di gioire. Non me ne può fregare di meno di aver fatto la previsione giusta, il mio unico interesse è il bene comune, la mia gioia è nel sapere che nel mondo esiste ancora un popolo che ha la capacità e la volontà di cambiamento, rimuovere la melma soffocante, togliersi dal pantano, scrollarsi dal lamento per agire con lo spirtito del miglioramento. Le immagini dal mondo sono spettacolari, solo qualche anno fa si vedevano ardere bandiere a stelle e strisce e con esse lo spirito americano stritolato dalla psicologia del terrore, oggi quelle stesse bandiere sventolano sostenuto dal vento del nuovo che entusiasma, l'ebrezza e l'emozione di provare qualcosa di diverso con lo spirito della collaborazione e con la buona volontà di riuscire. "Ce la farò? Non lo so, ma almeno ci proverò". L'entusiasmo penetra la pelle e crea uno scudo contro il pessimismo. Onore al soldato McCain, che grande uomo, nell'annunciare la sua sconfitta, non una parola al macigno dell'eredità Bush, un ammissione di colpa e non una parola contro l'avversario, anzi, la disponibilità nel collaborare per il bene comune del Paese. Quando anche solo una persona della fazione opposta si rende disponibile verso l'avversario vincitore, allora si che un Paese può vincere e superare una crisi. Il vento del nuovo sprigiona energia negli spirti animali, nuova linfa per l'economia. In Italia intanto le energie si impiegano per raggiungere il carro del vincitore, il migliore è chi riesce per primo a salirci sopra. Veltroni, obamiano della prima ora, vive di luce riflessa, si sente il vincitore tra i perdenti, perchè lui l'aveva previsto prima di tutti. Chissà quale speciale beneficio per noi italiani, visto che lui (forse l'ha dimenticato) sta all'opposizione. Invece di sprecare inutili energie nelle solite polemiche, nel chiacchericcio inutile, impariamo dal buon esempio americano, dalle qualità dell'America. Qui ogni volta che si celebra un vincitore, l'avversario si sporca la mano prima dell'ipocrita stretta. E noi come popolo inseguiamo la propaganda, con il risultato che il lamento è un disco interminabile, il cambiamento ed il miglioramento ci saluta a bordo di un treno diretto verso altri lidi, più fertili e preddisposti verso il nuovo. Chissà quanti ora covano rabbia verso un uomo di colore, prossimo inquilino di una casa... bianca, chissà quanti troveranno il marcio in ogni sua decisione, la criticheranno, cercheranno di ostacolarla, di sporcarla. La differenza sta nell'atteggiamento, in chi cova rabbia e rancore nel proprio intimo, e usa la propria esistenza solo per scovare il colpevole, per accusare qualcuno, per scagliare il proprio malessere, e chi invece vuole affrontare i cambiamenti e la vita con lo stimolo di abbracciare qualcosa di ancora sconosciuto tramutandolo in qualcosa di utile. Obama cambierà il mondo? Non credo, ha già abbastanza problemi in casa sua che difficilmente avrà tempo per pensare ai destini del pianeta. E' un'America, se vogliamo, più provinciale, che deve curare se stessa, riabilitarsi, rinforzarsi, introspettiva, spero autocritica. Obama manterrà le promesse fatte in campagna elettorale? Qualcuno si, qualcuna no, forse nessuna. I problemi non tramontano oggi, anzi, ora viene il difficile, ma è lo stato d'animo con cui questi verranno affrontati che farà la differenza per agguantare la vittoria. Come si dice: "c'est le ton qui fait la musique" non è inglese, ma rende pienamente l'idea!;-)


Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

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