02 novembre 2016

PRESIDENT USA 2016: OBAMA IL RE DI WALL STREET



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



Come si giudica una presidenza?
Siamo arrivati ai titoli della presidenza Obama, 8 anni alimentati dalla speranza, 8 anni spenti dalla delusione oppure 8 anni in cui si è fatto e creato qualcosa?
Qualsiasi possa essere l'idea di ognuno di voi, l'appartenenza di partito e se volete anche il pregiudizio, alla presidenza Obama non si può dare un cattivo voto.
Obama ha avuto solo una grande difetto, o meglio un handicap che è stato anche la spinta che l'ha portato ad essere eletto e cioè l'aspettativa che sarebbe stato il messia, colui che avrebbe cambiato il mondo.




Bisogna ritornare a 8 anni fa, 2008 per ricordare com'eravamo e capire poi cos'è veramente accaduto.
Le aspettative su Obama erano altissime, e questo è stato il suo male, ma dall'altra il vantaggio di Obama è stato ereditare la presidenza Bush, fare peggio era molto difficile e bisogna anche dire che Obama è riuscito a rimediare gran parte degli errori fatti dal predecessore.
Quello che però più stupisce è che Obama è stato  e credo sarà ricordato come il presidente che ha risollevato l'economia Usa e ha fatto volare Wall Street.
In 8 anni di presidenza non solo l'economia americana è uscita in fretta da una recessione che per molti rischiava di essere peggiore del 1929, ma ha risanato il sistema bancario, assicurativo e delle società di mutui (cosa che noi in Europa e soprattutto in Italia non abbiamo fatto) trasformando la grande crisi finanziaria del 2008 in una risorsa e persino in una fonte di guadagno ed ha portato gli indici di Wall Street (prendendo come prezzi di riferimento il Novembre 2008) a raddoppiare in soli 8 anni.
Doveva essere il presidentedei poveri, della classe media, dell'equilibrio, della società e dell'economia che dirigono la finanza, ed invece rischia di essere ricordato come il presidente idolo di banche e della borsa.

Se per un attimo facciamo un veloce viaggio nel tempo tornando nell'inferno di 8 anni fa, mentre tutto stava bruciando, per la gran parte degli esperti e dei commentatori davanti a noi non solo si rischiava di avere un futuro nella miseria e nella depressione, ma anche limitandoci ai mercati finanziari le previsioni erano per minimi rendimenti e per le borse il destino era un ribasso e quei massimi che si sarebbero rivisti chissà quando.
Posso considerarmi uno dei pochi, coraggiosi o folli ad aver scritto fin da quelle elezioni di 8 anni fa che il ribasso in corso era una grandissima occasione di acquisto per il futuro. Sinceramente è andata meglio di quanto in quel momento mi aspettassi.
La cosa che però mi stupisce è il finale, c'era un ragionamento che circolava nelle sale operative di quell'epoca e cioè che il ribasso dei mercati, o meglio il crollo, non era dovuto solo allo scoppio della bolla finanziaria ma era anche lo stimolo e la sicurezza che l'America avrebbe eletto, per la prima volta nella storia, un presidente nero.
Il mondo avrebbe esclamato: gli Usa sono una terra meravigliosa, è proprio vero che c'è una possibilità per tutti.
Questo era il disegno della finanza, far credere a queste illusioni, ma siccome gli Usa sono un popolo nel loro intimo razzista, lo sono ancora e lo si è visto negli ultimi tragici eventi nelle lotte di quartiere, quella stessa finanza che aveva innalzato Obama, sul rettilineo finale, davanti al traguardo, si sarebbe inventata qualcosa per farlo "cadere".
Forse l'idea era fin troppo complottista e fantasiosa da diventare irrealizzabile.
Obama, il presidente nero che ha regalato 8 anni di gloria ai visi pallidi della finanza, possibile?
Siamo in America, qui si può realizzare tutto.
 

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