25 settembre 2013

Svendita Italiana: TELECOM ITALIA FU VERAMENTE UNA CATTIVA PRIVATIZZAZIONE?


email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 
Oggi fanno tutti a gara a buttare la croce su Bernabè e il Governo Italiano, i giudizi critici sulla privatizzazione del 1997 si sprecano, sono ormai passati 16 anni ed è un vero peccato che non si possano riesumare le dichiarazioni di quel tempo, quando ancora c'era Guido Rossi. Troppo facile giocare con la cattiva memoria, vero?
Se dal punto di vista industriale la privatizzazione Telecom non è un bell'esempio, discorso diverso se si guarda l'aspetto finanziario.
Al contrario delle analisi di questi giorni, bisogna ricordare che almeno su questo titolo (a differenza di altre privatizzazioni, tranne ENI) i risparmiatori qui hanno guadagnato.
Telecom Italia entra in borsa a un prezzo appena sotto i 6 euro (10,902 Lire, a quel tempo c'erano ancora le Lire) e dopo molti mesi ignavia e insoddisfazione, grazie all'avvento della "razza padana" di Colaninno e della moda delle TMT, il titolo si incendia!
Colaninno & C. attraverso Olivetti e Tecnost lanciano un'Opa (cosa ben diversa da quanto fatto da Olimpia, Telco e Telefonica) al prezzo di 11,5, un'Opa che va in porto a grande maggioranza, un'operazione che eccita la Borsa, i risparmiatori, i giornali e tutto il mercato. Finalmente anche a Piazza Affari vincono le regole del mercato anglosassone.
Il titolo, grazie all'euforia TMT raggiunge a fine 1999 il prezzo massimo di 20 euro (che confrontato con i 6 euro della quotazione vede il prezzo più che triplicato), da lì in poi, per mille motivi, il titolo prende una china discendente che pare infinita.
Leveraged buyout, si compra a debito, come insegnava la finanza anni '80 (RJ NABISCO), si ingozzano le aziende di debito e poi si affondano. Così per Telecom Italia e così per Seat Pagine Gialle: grazie Tronchetti Provera, grazie Pelliccioli detto "il pelliccia" ed ai private equity che sono succeduti.
Oggi Telecom Italia quota intorno ai 60 centisimi e comanda Telefonica, non dopo aver lanciato un'Opa, non con la maggioranza, ma con il 70% di una scatola (Telco) che possiede il 22,4% di TELECOM. E abbiamo il coraggio di continuare a ripetere che Telecom ora è spagnola?
Possibile che non ci sia nessuna società italiana, nessun imprenditore italiano con gli attributi, pronto a rilanciare?
Ma li ricordate i nomi che circolavano solo fino a qualche settimana fa intorno alla compagnia telefonica italiana?
E pensate che con tutta la liquidità in circolazione, Telefonica venga lasciata indisturbata a fare shopping a prezzi così da saldo? Siete sicuri che la partita sia finita qui?

A livello industriale la privatizzazione TELECOM potrà essere criticata quanto volete, e anche le successive mosse di Colaninno, ma a livello finanziario non si può proprio dire che sia stato un fallimento. Le bocciature in borsa sono ben altre.
Ancora oggi, ricordando i tempi gloriosi dell'Opa si può ancora dire: grazie Colaninno, grazie a te, per una volta, anche i piccoli risparmiatori hanno goduto!

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