30 gennaio 2013

MARIO MONTI E LA VERGOGNA GOLDMAN SACHS



Come cambiano i tempi, soltanto una decina d'anni fa o forse qualcosina in più, molti giornali tra questi Milano Finanza e La Repubblica scrivevano degli illustri italiani con incarichi di prestigio all'estero, tra questi anche Mario Monti e Mario Draghi (da qui "L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI MARIO") alla Goldman Sachs, un vanto per l'Italia.
Oggi, soprattutto per Monti, quel passato non è più un onore, ma una macchia indelebile di cui vergognarsi.

Alla domanda rivolta a Monti se lui era pentito del suo passato alla banca d'affari Goldman Sachs, il premier ha risposto: "e perchè dovrei?"
Gli stupidi siamo noi che crediamo sempre a quello che gli altri scrivono, a seconda dei cambiamenti di scenario e delle convenienze. Oltre a pensare che se uno ha vissuto tra i ladri, deve per forza essere un ladro anche lui, ma chi l'ha detto?
Goldman Sachs rimane pur sempre la regina dei mercati finanziari, averci lavorato rimane un punto di forza e non il contrario.
Chiedetelo a Claudio Costamagna, che dopo aver operato per conto di Goldman ed aver regnato tra i potenti, ora si è messo dalla parte dei più deboli. Con l'unica differenza che lui quel passato quasi lo rinnega, piccole sfumature che fanno la differenza...

email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certo..... sono le sfumature a fare la differenza.

Perchè se Buddy va a fare il trader a GS è un grande. Ma se Buddy fa il trade a GS e l'Advaisor di Moody's e poi prende in mano il Governo del paese dove sia Moody's che GS hanno influito sulla crisi....... bè le cose cambiano........ e se cambiano

Questo è uno dei mali dell'Italia:
- Magistrati che diventano politici e alla fine trornano magistrati
- sindacalisti che diventano politici o dirigenti dello stato
- Banchieri che diventano politici e politici che gestiscono i banchieri
- professori universitari che invece di fare ricerca o insegnare siedono nei board delle aziende più importanti
Potremmo continuare.......

Troppe commistioni di interessi. Troppi affari privati collegato al mondo pubblico.
Duca