17 novembre 2009

MARCELLINO "PANE E VINO" (Ricordi)


Se n'è andato anche Marcellino Gavio, un duro e puro, un ruspante del listino azionario, guardava al "danè", il pragmatismo in persona. La borsa sembra rendergli onore usando il suo stesso atteggiamento, pragmatismo e cinismo allo stato puro, il capo se ne va e subito si va al rialzo scomettendo su progetti e scalate varie. Eh si, in borsa non c'è posto per i sacerdoti, il funerale dura lo spazio di un attimo e subito si va dal notaio per aprire il testamento. Così va a Piazza Affari, non c'è spazio per i fazzoletti e le lacrime. Marcellino Gavio non l'ho mai conosciuto, ma la sua morte mi ha portato molto amarcord, questo triste evento mi ha risvegliato il ricordo di una piacevole persona, un signore che con Gavio ha lavorato per molto tempo. Un signore, molto noto nel suo ambiente, che ho conosciuto nel periodo in cui facevo dichiarazioni dei redditi. In quei tempi lavoravo a stretto contatto con piacevoli e divertenti colleghe, la borsa era già presente nella mia vita, anzi dopo pochi mesi di ufficio fiscale, avevo già contagiato l'ambiente su temi di borsa, aneddoti e personaggi, tanto che una signora, ormai un'amica mi disse: "buddy, vorrei presentarti una caro amico, da anni si occupa di borsa anche se è un dirigente d'impresa, è molto facoltoso ma anche altrettanto strano... vuoi?". In quei tempi avevo fame di potenziali clienti quanto un escursionista nel deserto. Più le persone erano difficili da convincere, più mi esaltavo. Ero pronto con il mio mitra linguistico e le mie bombe di convincimento ed entusiasmo, pronto a fare strage. "Come no", le risposi, "non vedo l'ora di conoscerlo", mentre nella mia mente già scorrevano i titoli di coda dopo una nuova conquista. La signora fissò l'incontro. Era il periodo di massimo lavoro, una sera, un dopocena, probabilmente era Primavera, ci vediamo in un locale, vedo l'uomo, altissimo, elegante, io ero un ragazzino, lui poteva essere mio padre. Qualche battuta iniziale per rompere il ghiaccio che subito si scioglie davanti al fuoco della passione per la borsa. All'apparenza un uomo freddo, ma il suo linguaggio e molto caldo, schietto, molto colorato e divertente, mi rendo conto che ho molto da imparare, mi piace ascoltare e quasi miracolosamente la mia lingua indomabile rimane ferma, felicemente anestetizzata dagli affascinanti racconti. Quell'incontro non fu l'ultimo, ma il primo di una lunga serie, nonostante gli impegni lavorativi dell'Ingegnere (il signore in questione), riuscivamo a vederci una sera a settimana, accompagnati dal suo vino o da un buon whisky. Ogni tanto interrompeva le sue storie e le sue considerazioni per chiedermi una mia opinione su qualche titolo, sul mercato in generale e se avessi qualche spunto. Nessun complimento di accompagnamento, nessun apprezzamento nei miei confronti, ma il suo modo un po' rude, lasciava trasparire una notevole stima. Ogni tanto la Signora, mia collega, mi riferiva semplici (per questo pesanti) complimenti che l'Ingegnere le confidava sul sottoscritto, non avrebbe altrimenti perso tutto quel tempo con me, non trovate? Fu in una di quelle serate che, non mi ricordo per quale motivo, spuntò il nome del defunto Gavio, una serie di racconti riferiti a collaborazioni lavorative, su quanto il personaggio fosse poco malleabile, una ruspa, non faceva sconti e la sua tircheria era evidente dal buco sotto le suole di scarpe poco eleganti. Ora che ci penso, sinceramente non ricordo perchè si interruppero i nostri incontri. Arrivò il momento in cui conclusi il rapporto con l'ufficio fiscale, avevo raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissato, ed avevo accumulato munizioni per scatenarmi sui mercati. Ricordo che rifiutai l'offerta per un posto a tempo indeterminato (se lo avessero saputo i miei genitori!!!), il mio capo di quell'era mi stimava molto, ma non ce l'avrei fatta a rimanere ancora al guinzaglio, già a tempo determinato, nell'orario lavorativo ero molto "borderline", figuriamoci fisso... Ricordo che mentre ascoltavo i racconti dell'Ingegnere, fantasticavo sul mio futuro... "un giorno riuscirò anch'io a fare operazioni pesanti, mi basterà un 3% per incassare la mesata", perchè per lui era così, avendo anche un extrareddito lussuoso. Non riuscii a conquistarlo come cliente, come ho detto, dopo il primo incontro non era più un mio interesse, ma perderlo di vista fu un vero peccato. Ora, dopo anni di operatività, mi rendo conto, ripensando ai suoi occhi, quanto alla fine potesse essere solo quell'uomo. La sua loquacità erano parole represse per ore, incatenate davanti ad un monitor che annulla la fantasia. Una professione che come un aspirapolvere prosciuga la socializzazione ed allo stesso tempo rigonfia l'ego... questo non sono e questo non voglio diventare, però mi rendo conto che più passa il tempo, più assorbo numeri, più estendo il mio sguardo come un ponte sul futuro, più annullo il mio presente e dopo questo racconto mi accorgo che contemporaneamente si cancellano le tracce del passato... o almeno, sembrano avvolte in una nebbia ancora troppo fitta. Sogni d'oro

Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

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