01 ottobre 2009

IL PURGATORIO FINANZIARIO - Banche, Tremonti Bond e CHL

Chi ha sentito il dibattito di ieri sera su Radio24 tra il giornalista Barisoni ed il Professor Donato Masciandaro? Chi non l'ha sentito, si è perso veramente qualcosa. Non si sono risparmiati, un linguaggio colorito, molto caldo, ma sempre con una certa educazione. Masciandaro aveva quel retrogusto di arroganza tipico di chi è sopravvissuto ed ha scordato il passato, perchè oggi le cose (in apparenza) vanno fin troppo bene. "Ieri ero in crisi? Mi spiace ma non ricordo". Signore e Signori, torna in onda il vecchio programma: "il Bancocentrismo". Non è successo nulla, non c'è stata nessuna crisi, la finanza non era malata. Ma non lo vedete? Le banche fanno il pieno d'utile tanto da potersi permettersi il ritorno ai mega bonus. I Tremonti Bond? E cosa sono? "Pussa via brutta bertuccia!" come diceva il grande Alberto Sordi. Noi non ne abbiamo bisogno. Tra l'altro, visto che sento continuamente ripetere che l'Italia è stato il primo paese a prendere contromisure concrete contro la crisi, mi pare che sia l'unico paese a non aver guadagnato da questa crisi. Mi spiego, tutti gli altri stati hanno almeno avuto un piccolo rimborso in termini d'interesse sui prestiti effettuati alle banche agognanti e l'Italia? Nulla, nada de nada. Poveri noi contribuenti, Taffazzi ci fa un baffo, noi abbiamo saputo far di meglio. Speriamo almeno di averci guadagnato con questo Super Mega Rimbalzone, difficile non riuscirci, è salito tutto! Ahi, mi sa che anche qui, niente di niente, infatti molti avevano liquidato tutto durante la peste finanziaria e si sono rifugiati sul monetario o su altri prodotti consigliati dalle banche non fidandosi del rialzo. Ora, per completare l'opera, spero che resistano alle prossime tentazioni, alle future (probabili) impennate da gran finale, perchè altrimenti, con la prossima carneficina, avremmo realizzato il filotto! Ed è proprio a causa di alcuni degli atteggiamenti sopra elencati che mi sono fissato con l'aumento di capitale CHL. Non è il titolo in questione che mi preoccupa, ma l'atteggiamento, i vizi che riemergono e che personalmente non approvo. Tutto è nato da quella voce, fantasiosa o meno (lo capiremo solo vivendo) del possibile fallimento della società qui citata. Ho provato ad informarmi, ho cercato, ho chiesto, ma non ho raccolto niente di concreto, a riprova che il sottoscritto è uno come voi senza poteri speciali;-) Allora ho pensato ad una possibile soluzione di una qualche utilità. Ho quindi deciso di chiedere alle persone che conoscevo, azionisti della società, se avevano aderito o meno all'aumento e che trattamento avevano avuto dalla banca. La minoranza aveva effettuato l'operazione tranquillamente, in modo automatico e meccanico, come ragionevolmente dovevano fluire le cose. La maggioranza invece era stata ostacolata con giustificazioni che definisco assurde, una delle quali era l'ipotesi di fallimento. Ora, per non ripetere quanto scritto nello scorso articolo, e cioè che la Parmalat era consigliata all'acquisto anche il giorno prima della sospensione del titolo, credo, anzi sono convinto per etica personale, che non sia onesto approfittare (termine che trovo orribile!) di chi è ignorante in materia. Voglio precisare che non sto condannando o criticando un'intera categoria, perchè ovunque ci sono persone da stimare e persone da disapprovare, la generalizzazione non è mai sinonimo di intelligenza, ma semplicemente retorica per la conquista del consenso. Forse è proprio per questo che io ho sempre rifiutato di vendere prodotti, per me è sempre valso il comandamento del vangelo finanziario: "non vendere agli altri, quello che tu non compreresti mai". E' così assurdo? Scrivo questo perchè, informandomi, chiedendo, vengo a sapere che in principio non veniva consigliato l'adesione all'aumento di capitale a causa della rischiosità del titolo e della società e poi, in seguito, veniva proposta l'alternativa: prodotti, fondi, obbligazioni della stessa banca. La CHL potrebbe anche finire male, nessuno lo esclude, ripeto, il bilancio non è mai stato florido, non si è mai visto l'utile, i proprietari in fatto di comunicazione non sono certo un esempio di massima trasparenza e certo le quotazioni regalano poche soddisfazioni, ma un conto è sbagliare una previsione, capita a tutti, io per primo ne ho sbagliate molto, fa parte della professione, un conto è raccontare una verità del tutto personale che ha uno scopo diverso da quello che dovrebbe essere: "ovvero l'interesse del singolo risparmiatore". Non trovate anche voi?
Queste sono solo piccole esperienze di provincia, ma dal mio punto di vista sono l'ennesima dimostrazione che lentamente si stanno riprendendo vecchi vizi ed atteggiamenti poco etici. La crisi sarà lunga, altro che finita, è appena cominciata!

Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

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