22 febbraio 2009
E' PROPRIO UN MOMENTACCIO
Nel suo ultimo giorno di lavoro, dopo il malore, mentre il figlio gli teneva la mano in attesa dei soccorsi, lui con il suo solito ottimismo lo rassaicurava dicendogli: "ce la farò, anche questa volta". Candido, non hai mantenuto la promessa e non te la perdono, anche tu mi fai soffrire! Se ne va un esempio e un punto di riferimento di come, anche se pieni di altruismo e idealismo si possa arrivare in cima, grazie alla forza di volontà ed alla passione. Viveva per lo sport, quello vero, la competizione, la partecipazione, per quanto lo sport possa aiutare e non nuocere (alla salute), per la gioia nel raccontare gli avvenimenti. La vetta del sentimento, la lode per l'etica, l'Olimpo della correttezza, la pagina rosa dello sport, e non il business e il doping che sono invece l'altra faccia, quella nera, che tenta di corrompere il candore. Sportività e passione, da oggi avrete un alleato in meno, Candido se n'è andato. Perchè Cannavò non era un semplice buono, si arrabbiava di fronte alle ingiustizie e quando le regole venivano violate. A 70 anni riusciva a mantenere inalterate due grandi qualità: la curiosità e lo stupore. A 70 anni riusciva ancora ad innamorarsi per un nuovo campione, per un gesto spettacolare. Perchè lo sport, anche se sempre più macchiato, rimane ancora una tela bianca dove dipingere la prossima opera d'arte. Ora Candido, anche il cielo avrà il suo giudice sportivo, da lassù in alto, potrai commentare e scrivere del prossimo evento. Lassù, nel cielo, il posto che il tuo cuore merita...
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