20 novembre 2008
On the floor - DEFLAZIONE TOTALE?
Riassunto degli ultimi capitoli: giovedì scorso il segnalone tecnico, quello che doveva dare la mazzata finale al Grizzly, niente da fare, nuove inguiate, ferite e sangue, l'Orso domina ovunque ogni graffiata e come un'ascia che taglia i prezzi a manciate. Il freddo nelle quotazioni crea il giusto habitat per l'orso della deflazione totale? Ritorniamo alla scorsa primavera/estate, non ci vuole molta memoria, sono passati solo pochi mesi. In quel periodo la paura principale era il Petrolio stellare e l'Inflazione (?) galoppante. Più volte in passato ho ripetuto che in una fase di materie prime galoppanti, il dato sui prezzi era (evidentemente) molto importante, ma che il problema inflazione non esisteva, soprattutto se rapportato con un passato ormai dimenticato (cliccare qui) . Oggi quelle isterie assurde contro il caro prezzi è improvvisamente non esiste più, ora si corre verso la parte opposta, la paura oggi è la Deflazione. Questa cambiamenti repentini di giudizio e di pensiero sono il male, protraendoli, invece di cercare un equilibrio ed una razionalità si finisce per cadere nelle disperazione e non nella soluzione. L'altro giorno all'uscita del dato sull'inflazione USA, in discesa oltre ogni aspettativa, sulle borse è caduto il gelo, allarme deflazione e se il cavallo deciderà di non bere più non ci sarà taglio dei tassi che ci salvi. E qui ritorna in campo la psicologia, la paura e la sfiducia. Per tutti questi motivi la Deflazione è più difficile da curare rispetto all'inflazione. Io credo che se quel giorno il dato fosse migliore delle previsioni, le borse sarebbero scese ugualmente, se il sentiment è nero, ogni scusa è buona per scaricare. Il processo di deleveraging (riduzione della leva) e delle vendite forzate (spiegato qui) è ancora nella fase acuta, e finchè questo processo non si assesterà o non ridurrà la sua velocità non potremmo assistere a quel famoso Rimbalzone che potrà riassorbire questi eccessi di ribasso, la solita teoria del pendolo . Prendiamo ad esempio Citigruop, pensate che possa fallire? Ormai siamo entrati nella fase in cui si crede e si ha paura di tutto, è la differenza con la fase toro quando ci crediamo invincibili. Citigroup (l'ex banca più grande del mondo), se siete tra quelli che non credono nel fallimento, oggi capitalizza all'incirca quanto IntesaSanPaolo e poco meno di US Bancorp. Per fare un esempio, è come se UBI Banca capitalizzasse più di Unicredit. Il costo sul debito, naturalmente, sale. Accanimento eccessivo o fondato? Tra le numerose assurdità, non mancano le stime delle case d'affari, c'è chi ha tagliato ora le stime sugli utili (oggi, dopo che il titolo ha perso il 90%) del 2008 e dimezzato quelle per il 2009, ma per non sbagliarsi ha giudicato il titolo "in line", con un obiettivo di prezzo a 16$. Difficile capire cosa ci sia di "in linea", con un prezzo che ormai vale 1/4 le stime. Il campo valutario rimane la bussola dei corsi attuali e futuri. L'altro giorno sono rimasto molto stupito sul movimento dell'Euro/Dollaro, fiondato oltre quota 1,28 e respinto in breve tempo sotto quota 1,26. E' una prova di forza, ma tra chi? Il recupero del Dollaro (per ora) resiste, nel regno dei ciechi il guercio è re, come in ogni fase di debolezza e crisi, i capitali dalla periferia ritornano al centro, cercando sicurezza. Lo Yen rimane la valuta principe, il ritorno a canossa della speculazione punita e pentita. Il Dollaro/Yen il barometro, ha rotto la quota 96/96,50 e la situazione da grave che era, si è appesantita. Ieri ho seguito i mercati fino a sera (poi sono uscito per scaricarmi!) ed ho visto che il cambio in questione ha tentato di rifare capolino sopra 96, con poca convinzione, ha fatto retromarcia, questa notte ho avuto la conferma, Wally ruzzola e torna ai livelli del 1997. Questa mattina Tokyo a sorpresa, ed a conferma che le "soluzioni" della crisi sono ad Oriente, ha chiuso con il segno più, ma finchè non recupera quota 8000 c'è ben poco da sperare. Nikkey 8,000 e Dollaro/Yen 96/96,50 questi sono i numeri. Non c'è nessun pericolo Deflazione o Stagflazione alle porte, l'economia ha semplicemente imboccato il sentiero del difficile ritorno alla normalità, gravoso nel presente, ma ricco di opportunità per il futuro. La politica monetaria ha ormai intrapreso un'opera di intervento coordinato, ed anche la BCE con il cronico ritardo, prenderà coraggio brandendo il forbicione. Teniamo presente che tassi più bassi, significa anche un minore servizio del debito per gli stati. Ora c'è l'assoluto bisogno di un coordinamento a livello nazionale, fisco e spesa pubblica devono intervenire in modo massiccio. E' una mia cattiva abitudine anticipare troppo gli eventi, ricordate quante volte ho messo l'Orso in prima pagina all'inizio del 2007 scrivendo "più saliremo, peggiore sarà il prossimo ribasso", cambiando la mia indole mi risparmierei inutili sofferenze, ma ognuno è fatto a suo modo. Ormai manca poco alla celebrazione del funerale dell'Orso, quel momento non sarà certo il segnale dell'uscita dal tunnel della recessione, ma un semplice e roboante riassorbimento dell'eccessiva negatività. Un processo, una molla, che si sta caricando e che avrà i suoi effetti in modo inaspettato, come sempre, quando i più avranno gettato la spugna causa troppo logoramento...
Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato
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