16 settembre 2008
CREDIT CRUNCH - Lehman Brothers: punirne una, per educarle tutte?
Buongiorno. Sono momenti difficili, come ogni coda, come ogni fase acuta di crisi, il malessere aumenta, e quello che conta è la pazienza, la razionalità, il buonsenso e la capacità di reazione. Devo ancora leggere i giornali, ma già ho visto le cadute asiatiche. Era immaginabile, non poteva certo accadere oggi il colpaccio o la sorpresa positiva. Nei miei anni di mercato, ho vissuto quasi coscientemente la crisi del 1994, in piena coscienza ed attività quella del 1997 e quella del 1998 (crisi in cui le borse cadevano 4 giorni su 5 ed in media del 3-4%), quella del 2000 e del 2002 e sono ancora qui, ma ancora non ho imparato abbastanza, e sui mercati sarà sempre così, imparerai, sarai sempre più preparato, ma mai abbastanza, devi metterci del tuo. In questo momento il mio pensiero va ai miei due amici a Londra, semplici operatori di Lehman Brothers: l'americano Chris e l'italiano "Pista". Erano in gran carriera, ed anche molto seri, tra amici si scherzava e niente lavoro, non si scucivano mai di bocca una dritta, nemmeno un sussurro, magari si parlava dell'ambiente di lavoro, il rapporto con i colleghi, le differenze tra Milano e Londra e poco altro. Lehman nei tempi di crisi, nei momenti di ribassi era sempre all'apice. Ogni volta che Lehman si metteva contro un titolo, questo crollava. Lehman era la più piccola tra le grandi, ma era la più aggressiva, e la più tenace. I giochi di potere sono difficili da interpretare, Steve è sicuramente molto più esperto e capace del sottoscritto, pensare però che tra la tristezza ci siano anche dei sogghigni per aver eliminato uno scomodo concorrente, non lo so, questa malizia non mi appartiene. E' la selezione darwiniana, rimarranno i più forti. Quello che è certo, ed è la cosa che vado ripetendo da mesi, è la fine di un'era, ora lo ripetono tutti, si torna alla normalità, i termini si riappropriano del loro valore, il debito è Debito, il credito è Credito. Ieri sera mi è capitato di sentire un decano del giornalismo italiano: Alessandro Plateroti (capo redazione del Sole24Ore), nella sua personale descrizione della crisi, sottolineava la definanziarizzazione del sistema economico. Questo è il punto principale che mi ha innorgoglito, perchè proprio da questo blog, ero riuscito a cogliere quest'importante aspetto, che negli ultimi anni mi sconcertava. Gli stessi annunci dei telegiornali "bruciati tot miliardi dalle borse", sono forme descrittive (che più volte ho criticato) devianti, assurde, e quando le borse guadagnano? Avete mai sentito qualcuno annunciare quanti miliardi hanno guadagnato le borse? E' tutta carta. La ricchezza la crea l'industria, la finanza aveva esagerato, aveva gonfiato qualcosa che alla fine, e ce ne siamo accorti, non esiste. Gordon Geko diceva: "il denaro non si crea ne' si distrugge, semplicemente si trasferisce, da un'intuizione ad un'altra". La Leva e tutta quella "ratatuia" ingegnata negli ultimi anni, ha solo gonfiato la fantasia, e quando si torna alla realtà, chi è stato meno furbo o meno prudente, paga! Non voglio cercare inutili moralismi, raccolto solo quanto elaborato in questi anni. Oggi Lehman non brilla più, ed i miei amici chissà dove sono... Chissà in che modo la banca verrà smembrata. Le avete viste tutti le immagini dei dipendenti che nei modi più disparati lasciavano il posto di lavoro? Chi con cartelli, chi lasciando un messaggio a Dick Fuld. Li quando si salta, si chiude. Certo, gli USA non sono immuni da peccati ed errori. Chuck Prince è stato licenziato da Citigroup con un assegno a 6-7 zeri, ed i suoi amici di Bearn Sterns e Merrill Lynch idem, direte voi, così sono capaci tutti. E' vero, ma se sbagli paghi, se fallisci chiudi o vai in "Chapter11". I dipendenti hanno un'altra mentalità, possiamo dire più onesta? O forse con maggiore fiducia nelle istituzioni? Sanno benissimo che la crisi passerà, che il sistema è pronto ad assorbire nuovi posti di lavoro. Le immagini dei dipendenti in uscita sono passate in tutti i telegiornali, le avranno viste anche i cari amici dell'Alitalia? No, loro sono impegnati con i cartelli e le proteste, con quella litania, ormai irritante. L'America sbaglia, paga ed impara ed avanza. E l'Italia? A più tardi con Goldman Sachs, ed occhio alla volatilità!
Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato
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