22 novembre 2007
THANKSGIVING DAY - Tacchino (ri)pieno o Tacchino vuoto?
Oggi sui mercati ho fatto bene poco, sin da questa mattina mi sentivo in vacanza, sara' per il mio animo "made in USA", per il cuore Newyorkese, oggi li' e' festa! Come sara' andato per gli americani il Thanksgiving? Tavole imbandite con tacchini ripieni, o tavole spoglie con tacchini smunti? Dipende dalla rata del mutuo. Le festivita' sono sempre piu' il termometro dell'economia, o meglio la scusa per mungere i consumatori, gonfiare i profitti delle imprese e permettere alle banche di far girare il denaro, reale o finto, l'importante e' che non si inceppi il motore. I rendimenti dell'obbligazionario sono ormai arrivati ai livelli del 2001, alla crisi delle torri gemelle ed alla minirecessione americana. Una delle regole di base dell'obbligazionario dice sinteticamente questo: "quando la percezione del rischio e' bassa o in diminuzione, il denaro si sposta in periferia, il denaro si dirige verso l'alto rendimento e quindi il rischio, quando invece il rischio aumenta o e' elevato, tutto ritorna al centro, dove il rendimento e' piu' basso, ma sicuro". Cosi' sembrano andare le cose anche questa volta. Gli operatori dei bond premono continuamente verso un nuovo taglio dei Fed Fund, e la sola giustificazione che ostinatamente continuano ad usare, o meglio di cui continuano ad abusare e' sempre la stessa: gli USA sono prossimi alla recessione. Questa motivazione ormai ha annoiato il sottoscritto, l'ho sentita due anni fa, l'anno scorso. Prima o poi l'America cadra' in recessione, ma abusare della pura fantasia per ottenere dei vantaggi getta molte ombre di strumentalismo e macchinazione. Il sistema finanziario preme verso la Fed per un nuovo taglio dei tassi perche' solo cosi' si potrebbe sanare la ferita degli scandali finanziari con minori oneri e rischi verso possibili bancarotte. Ancora denaro facile per nuove vitamine verso un corpaccio ormai malato e bisognoso solo di anticorpi per una vera pulizia del sistema. Nell'ultimo comunicato della Fed si parla di una frenata nella crescita e non di rischi recessivi, e di una stabilizzazione verso l'alto dei prezzi. Piu' volte ho ricordato il timore verso un'inflazione che timidamente ricomincia a crescere, e se proprio la stabilizzazione dell'economia e l'aumento dei prezzi al consumo portassero ad un risultato diverso da quanto l'intera platea finanziara da' ormai per scontato, cosa succederebbe? La domanda piu' importante e' un'altra, chi sta veramente comprando i bond americani? Di liquidita' nel mondo ce n'e' ancora molta, a dispetto di quanto ci fanno credere i media, i paesi asiatici sono gonfi di Dollari, ma anche di nuove entrate, i paesi dell'Opec sono stracolmi di profitti, pronti a cogliere le occasioni ed a riempire le casse del fortunato di turno. Il TBond ormai ha un rendimento misero, fossimo in epoca di dollaro forte, saremmo tutti li' pronti a metterci al sicuro, ma siccome l'attuale epoca e' quella della svalutazione del biglietto verde, vi sembra conveniente comprare titoli di stato (sicuri) con un rendimento misero che viene eroso dalla deprezzamento valutario? Verrebbe da pensare che la macchinazione e' prodotta tutta in casa, sono gli stessi americani che comprano le proprie obbligazioni spingendo la curva dei propri rendimenti al di sotto persino di quella europea, un fatto che non accadeva da parecchi anni. Lunedi' il dato sui consumi del Thanksgiving ci dara' una prima valutazione sullo stato dell'economia, una cosa e' sicura, se il Petrolio continua la sua marcia a questo ritmo, sara' molto difficile giustificare un prossimo ribasso dei tassi con i prezzi pronti a riaccendere la miccia dell'inflazione.
Ps. nel pomeriggio mi sono rimesso al lavoro, infatti e' quasi pronta l'intervista per la rubrica "NELLA TANA DELLA VOLPE", gli ultimi ritocchi e domani sara' online!!!
Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato
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