11 settembre 2006

09/11 Sentimenti e Riflessioni


Sono passati 5 anni, ed ancora ricordo cosa stavo facendo in quel preciso istante, proprio nel momento che, accendendo il Televideo, leggevo di un areo che aveva colpito una delle torri del WTC. In quel momento si parlava solo di terribile incidente, poi sappiamo tutti cosa e' successo. A distanza di 5 anni dall'evento credo di non essere il solo ad avere fisso nella mente gli atti compiuti in quegli istanti. Ricordo che non mi interesso' minimamente il crollo delle borse (se non mero aspetto di cronachistico), rimmasi quasi impietrito, sconvolto mentre ascoltavo la raffica di messaggi che il bravo Mentana cercava di riportarci, avevo i brividi davanti a quelle immagini di terrore, davanti ad una tragedia inedita, ad una cosa tenebrosamente nuova. Ricevevo qualche telefonata che mi chiedeva di abbozzare qualche acquisto, dentro di me ero disgustato, la mia coscienza provava repulsione, forse erano peccati di gioventu' idealistica, ma ancora oggi sono cosi'...
Sono passati 5 anni, e piu' trascorre il tempo, e piu'aumenta lo scetticismo su quello che e' successo dopo, sul verdetto di colpevolezza emesso dai governatori USA. Sono emerse le teorie piu' strampalate ed allo stesso tempo sconcertanti, se non impressionanti. Molti hanno parlato di complotto sionista (peccato che tra le 3mila vittime ci fossero molti israeliani), un piano preparato dalla CIA, una manovra dei Neocon etc etc. Teorie che al solo pensiero fanno rabbrividere, ed a mente fredda, ridurre a stupide paranoie. Negli ultimi anni, non esiste un importante evento americano che non sia piu' o meno aleggiato da cospirazione. Ci deve sempre essere una "mano nera" dietro agli eventi per rendere superficialmente comprensibile anche la situazione piu' complicata, questo perche' il complotto non spaventa ma rassicura! Infatti, basta eliminare l'elmento "nero" del caso, per riportare il viaggio della storia sui binari del bene (lo possiamo vedere anche in Italia, come fossero Moggi e Giraudo il male assoluto del calcio, ma questa e' un'altra storia). La cosa che piu' sbalordisce, e' che questi sospetti, perplessita', questa malizia emerge, non da un antiamericanismo islamico, bensi' nel proprio seno, dagli stessi americani. Questa e' forse una delle piu' grandi forze della democrazia americana, l'autocritica. Molti forse non si sono ancora accorti che, da decenni ormai, sono gli stessi Stati Uniti, il giacimento della diffidenza verso i propri governanti. E' negli Stati Uniti che viene prodotto il materiale apparentemente piu' credibile di antiamericanismo. Questa non vuole essere una morale, semplicemente (come dice il titolo) un personalissimo pensiero di sentimento verso gli Stati Uniti, contro ogni falsa, stupida, abominevole illazione. Una lettera aperta sui fatti accaduti che possa scagionare la democrazia americana. Un pensiero d'amore verso quella terra, verso gli eroi (il popolo) che prima e dopo ha avuto un comportamento coraggioso, critico, maturo di fronte ad un atto che lascera' segni indelebili nella storia. Una lettera che e' anche, indirettamente, una critica verso gli attuali governanti. Senza il 09/11 Bush, probabilmente, sarebbe stato un presidente di passaggio, vuoto, il presidente del voto truccato. Ha avuto la possibilita' di entrare nella storia. Quel giorno di 5 anni fa, Le Monde titolava il suo editoriale "Siamo tutti americani". Reazione viscerale, a botta calda, emozionale, male interpretata dal gruppo di comando Neocon. Una traduzione migliore potrebbe essere: "siamo tutti Occidentali". O meglio, ritorniamo ad essere tutti Occidentali, questa potrebbe essere la cura contro il male. Leggendo qua e la, una frase mi ha veramente colpito, l'11 settembre sarebbe stato possibile se ci fosse stata ancora l'Unione Sovietica?

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