27 luglio 2016

Panino e Listino: MPS BOCCIATA, CHE NOVITA' (Giovedì 28 Luglio in edicola su Libero)




email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



Un economista ha detto, gli stress test sono come le cravatte, belle da vedere, si devono indossare, ma non servono a nulla.
Ci si chiede infatti chissà quale mistero ci possano svelare questi test che già non conosciamo, MPS sarà l'unica bocciata già lo sappiamo, MPS dovrà fare l'ennesimo sanguinario aumento, già lo sappiamo e cos'altro?
Ci si chiede della validità di questi esami pensando a quanto accaduto nel 2009, "stress test" bancari successivamente alla grande esplosione del 2008, tutti o quasi promossi. Sette anni dopo siamo punto a capo, se non peggio, la cosa della crisi è stata quasi peggiore del botto originale, vista la lunga striscia di vittime lasciata sul campo.
E mentre l'Europa arranca nelle solite problematiche, che in un modo o nell'altro continuano a ripetersi, un coltello che continua a girare in una piaga che sembra non voler mai guarire, a Wall Street si torna a ballare. Nulla può fermare questo ciclo, non può la Brexit, nemmeno il Sultano della Turchia, e neanche i numerosi attentati fuori e dentro l'America, innarestabile, anche senza il carburante degli utili societari.
Basta pompare droga monetaria, solo questo, è il Toro corre. Catastrofisti ciaone!
Qui sotto "Panino e Listino" di Giovedì 21 Luglio, SPECIALE DEUTSCHE BANK.
Su "Panino e Listino" di domani molta più tecnica e molti temi operativi.
E poi ditemi se Barisoni vi mette la musica che vi fa ascoltare il sottoscritto. L'originale non si batte mai.

LIBERO 21 Luglio 2016


C’era una volta una grande banca, boom, e adesso non c’è più. Questo è il rischio che corre Deutsche Bank, la banca che qui abbiamo definito  “polveriera d’Europa”.
In questa infinita e logorante crisi finanziaria, Deutsche Bank, almeno qui in Italia, è rimasta sempre ai margini della discussione, non è stata mai vista come un pericolo, perché l’attenzione era sempre catturata dai problemi della finanza interna. Prima il Monte dei Paschi, protagonista assoluto per i mille motivi che già conoscete, e poi nel 2015 sostituito dall’entrata in scena dello sciagurato “bail-in” e dalle prime 4  banche italiane  sacrificate nel grande esperimento del “salvataggio privato”.
Di Deutsche Bank, nemmeno una parola né un allarme. In verità il nome della banca tedesca saltò agli onori della cronaca nell’estate infuocata del 2011,  quando in pochi mesi e in grande segretezza DB tagliò l’esposizione sul nostro debito dell’88%, scaricando sul mercato 7 mld di BTP, facendo schizzare il nostro spread e scatenando un inferno politico ed economico che difficilmente dimenticheremo. Ma quelli furono motivi patriottici e non allarmi di rischio sistemico.
Oggi, con l’avvicinarsi dei nuovi esami sulla salute delle banche (stress test) e i continui cali in Borsa, DB viene finalmente messa sotto la lente degli investigatori finanziari come tutte le cugine italiane. DB è una mina vagante, e il motivo è presto spiegato: i derivati. Secondo le ultime stime sembra che in pancia del colosso tedesco ci sia un’esposizione in strumenti rischiosi pari a 75.000 mld di $. Poco o tanto? Facciamo un paragone, se pensiamo che il Pil dell’intera Germania è di circa 4.000 mld di $ e quello mondiale è di 80.000 mld di $, il boccone in pancia della banca oltre che indigesto rischia di diventare velenoso.
Le cifre sono mostruose, ma non è detto che siano un pericolo imminente, finchè i tassi rimangono a zero e la liquidità abbonda, tutto è circoscrivibile e ci si può anche guadagnare, ma se, caso imprevisto, i tassi dovessero fare anche solo un piccolo balzo ecco che la situazione diventerebbe ingestibile.
Il problema è dunque comune, non solo banche italiane, ma anche banche tedesche. E’ vero, soffriamo di patologie diverse, i tedeschi troppo esposti nei derivati, e noi negli Npl, ma abbiamo un minimo comune denominatore: il rischio, loro hanno esagerato con la finanza e noi con l’economia, specie quella poco raccomandabile.
Ci salveremo? La risposta è in un titolo: “Too big to fail”, troppo grandi per fallire. L’Europa farà di tutto per salvare il colosso, anche aiutare le banche italiane.
PIAZZA AFFARI: senza che i puristi dell’analisi tecnica inveiscano contro di me, posso dirvi che sul nostro indice si è formato un “diamante”. Una figura che se posizionata all’estremità di una tendenza può significare inversione. Poco contano dunque i movimenti di breve, conta molto di più sapere che quest’estate potremo anche toccare quota 20.000. San Mario Draghi c’è.
DEUTSCHE BANK: l’anno scorso scrissi “se DB scende mentre il Dax sale, un motivo ci sarà”. Ma questa debolezza viene da lontano: 108 mesi di ribasso massacrante con una perdita del 88%.  Ora siamo entrati nell’area “rischio fallimento”, perché questo sarà il destino di DB se entro il 2017 non sarà recuperata quota 17,50. 146 anni di storia da salvare.
MPS: attendo sempre...

 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mps a badilate

Anonimo ha detto...

E nel tempo...si ritorna a Stm.

Ottimo articol Buddy!


A presto.

Abigmountain

Anonimo ha detto...

Sito ormai in fase di Tramonto..ki vuole news compri libero il giovedì, ki no cerki le news con google ke ce ne sono davvero tante sulla rete. Io opto per la 2^ ;)...