29 settembre 2008
CRISI DI FIDUCIA: La Finanza in mano alla Politica
"The party is over". Non sono le parole pronunciate da un guru della finanza, ma da Nancy Pelosi, lo speaker del Congresso USA. La leggenda dice che lo stesso ministro Paulson sia andato in ginocchio alla corte della Lady di ferro, pregandola che il piano venga approvato. Sembra che dopo molti anni la politica sia ritornata in possesso dell'Economia, ed ora tiene anche sul filo la Finanza. Un riequilibrio all'interno del sistema e come ogni forte cambiamento, non avviene indolore. La cosa più importante da fare (ieri) e soprattutto oggi, è quella di arginare la caduta e soprattutto il panico che conduce all'irrazionalità. E non è certo mettendo in video la faccia di Bush, un re ormai pronto ad abdicare, l'ex re che i Repubblicano considerano come il "morto in casa" e che i Democratici hanno sempre odiato, ed ora sono pronti a cavalcare le sue disfatte, che si tamponano le urgenze. Ci vuole un pronto soccorso ben attrezzato. Forse in questo caso ci vorrebbero i Gosthbusters per salvare la situazione dal panico, visto che da ogni angolo spuntano i fatasmi dei prossimi fallimenti. C'era chi si lamentava per le scorrettezze relative al blocco sulle vendite allo scoperto, "non è mercato!" urlava la protesta. In tutti questi anni di mercato, ho imparato che può succedere anche questo, e che capire il sentiment e qual'è la cosa più conveniente da fare è sempre molto difficile. L'11 Settembre del 2001, ricordate questa data? In quei giorni, per arginare la paura, il panico, l'incertezza fu presa una misura d'emrgenza, Wally rimase chiusa per 3 giorni. Oggi, fortunatamente non c'è stato nessun atto terroristico, ma rispetto a quel preciso periodo c'è un minimo comune denominatore: l'emergenza, in questi momenti bisogna agire con metodi anche poco ortodossi. Quello che conta è che alla fine il mercato, presto o tardi, farà sempre il suo dovere. Ricordate un articolo che avevo scritto in merito a queste situazioni particolari? Scrivero: "pensate forse che senza l'11 settembre non ci sarebbe stata la debolezza economica? Una caduta delle borse? La Enron?" Ricordo quello che scriveva il mio Maestro alla fine di Agosto 2001: "mercati in direzione SUD, pronti al down down down" e certo lui non era un adepto di Al Qaeda. I mercati fanno sempre il loro dovere, non avremmo vissuto drammi (e sarebbe stato meglio, in considerazione di vite umane perse e di comportamento sociale) e violente cadute, probabilmente un lento e logorante ribasso protratto per molti mesi. Oggi, con o senza le misure straordinarie, il mercato fa quello che deve fare, e saprà sorprenderci ancora, con o senza "Una nuova era" del sistema finanziario. Ma allora vi chiedo, siamo in una crisi del credito o in una crisi di fiducia? Dopo tutte le cose scritte, e dopo tutto quello che si è visto e sentito, io continuo ancora a credere alle mie prime sensazioni: è crisi di fiducia. Questa mattina, dopo una veloce letture degli articoli che la finanza nel web proponeva, mi era venuta la voglia di spegnere tutto, compreso il sole, sotto le coperte e risvegliatemi fra qualche mese. Però ci sono alcune cose che non funzionano, molti dicono che le banche italiane sono molto sicure, anche grazie alla loro poca propensione ai nuovi schemi, altri dicono che sempre nelle nostre banche vengono sottoscritti mutui al 100% del valore dell'immobile. Non è che centri molto, non è che la crisi sia scattata per i troppi mutui stipulati, per la caduta del valore degli immobili, ma perchè su questi mutui, su questi valori si sono create intere montagne di carta speculativa, e non solo, su quella carta le assicurazioni hanno a loro volta creato altra speculazione, volendo assicurare i precedenti prodotti, ed investendo i proventi dei premi che riceve comprando la parte più sicura dei vari crediti assemblati, e cioè quelli che le società di rating avevano certificato con la Tripla A. Quindi sono inanzitutto i CDS (le assicurazioni sui mutui impachettati) il centro del problema e non i singoli mutui, mentre è altrettanto vero che la crisi generale si arresterà quando i prezzi delle case troveranno il fondo. La cosiddetta deflazione finanziaria, che ha contrastato l'inflazione da materie prime. Mi scrivono alcuni lettori dicendomi che ora in tv si fa a gara su chi fa l'accusa più grande e più grave. La solita propaganda. Fortunatamente tutto ciò ha stancato, perchè la memoria è fresca e nessuno ricorda avvertimenti in merito alla crisi che si affacciava. Non si sentono i rimedi, ma solo le cause e l'elenco dei colpevoli. Non aver preso tutti questi ribassi, soprattutto nel settore bancario, mi urta molto, non lo nascondo, ma è veramente complicato poter operare sul valutario, disegnarsi mentalmente uno scenario e impacchettarlo in un articolo, perchè qui si tratta di interpretare il futuro, una prova non certo semplice. Oggi è soprattutto l'Europa a soccombere, e lo si è visto anche nella caduta generalizzata dell'Euro. Crisi di credito o di fiducia? Sempre e soprattutto crisi di fiducia. Si dice che non c'è liquidità, ma quando arriva il panico si vede o non si vede anche le cose più banali. In un momento di panico 100 euro non hanno per la nostra mente lo stesso valore di un momento normale. Quando si guadagna si ha la fiducia che le cose continueranno ad andare bene, anzi meglio, quando invece arrivano i pericoli si vedeno ingigantirsi le spese ed il gruzzolo che si erode. Si è accesa una miccia, i prodotti sopra citati sono sparsi in tutto il mondo ed ancora non si sa dove sia la coda, non si sa quale banca sia immune alla peste, e quindi non si presta denaro, negli ingranaggi non scorre più olio, ma sabbia e tutto si blocca, o peggio il motore si grippa. Fortunatamente le Banche Centrali, da buoni meccanici, fanno confluire nel sistema ingenti dosi, appunto per tamponare le falle, per arginare il panico, sembra sempre più che tutto questo sia una scusa per prendere tempo, ed intanto il mercato spinge sfociando, come nella giornata di oggi, nel classico "Lunedì nero". Eppure nelle tenebre in cui siamo finiti, c'è chi coglie l'occasione per fare buoni affari: Santader ormai si sta comprando la finanza inglese a veri prezzi da saldo, una sorta di "vendetta dell'Armada Spagnola", probabilmente (e qui merita un plauso) il sistema bancario iberico ha mantenuto dei rigidi controlli che hanno saputo evitare, nonostante la crisi dei mutui, l'assunzione dei bacilli finanziari. Citigroup compra Wachovia e fa un colpaccio, WM viene assorbita da JpMorgan, un altra grande acquisizione per Mister Dimon, senza dimenticare il delisting delle società più sottovalutate. L'Italia che continua a dichiararsi immune dal credito selvaggio, subisce le perdite senza reagire, ed invece di cogliere le occasioni che anche (soprattutto) le crisi offrono, rimangono nella loro foresta pietrificata. Probabilmente sta sorgendo l'alba del prossimo risiko transnazionale delle banche europee, vorremmo, per una volta, essere protagonisti! Forse anche dopo questa crisi daremo ragione a Schumpeter ed alla sua teoria della "distruzione creativa", lui direbbe che in queste fasi l'organismo espelle le tossine dell'euforia. Si deve guardare alla calma dopo la tempesta. Nella "distruzione creativa" il sistema economico si trasforma sotto al spinta di maggiore innovazione. Frasi che, in questo momento, non mi vergogno a fare mie...
Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato
Etichette:
credit crunch,
crisi finanziaria,
delisting,
Fiducia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento