05 febbraio 2008

PRIMARIE USA - SUPER TUESDAY - Barack Obama for president! (CHANGE! YES WE CAN!)


E' arrivato il giorno. E' arrivato il Super Martedi' Americano. Sembra che dalle importanti elezioni che si svolgeranno oggi in America, usciranno i due finalisti che gareggeranno in una maratona sfiancante e ricca di colpi bassi verso il traguardo del 4 Novembre. Il vincitore potra' trasferirsi in quel luogo che nemmeno la globalizzazione e le economie emergenti hanno ancora scalfito, quello che rimane (per ora) il centro di potere ed il luogo di maggiore influenza: l'ufficio ovale (nel caso vincesse la ditta Clinton & Clinton, qualcuno l'ha gia' rinominato "orale") della Casa Bianca. Se in campo Repubblicano, nonostante le incertezze ed i colpi di scena iniziali, la partita sembra gia' divisa, e' nel campo Democratico in cui la lotta sembra ancora incerta e pronta a stupirci. Il Repubblicano MacCain, partito zoppicante e quasi sconfitto, ha lottato come un soldatino pronto a tutto, dimostrando carattere e volonta', la sua caparbieta' e' stata premiata, medagliato e promosso Capitano, e' riuscito a reclutare nel suo esercito nomi importanti e prestigiosi come il grande sconfitto lo Sceriffo Rudy Giuliani, ed il possente Commando, Arnold "the Green" Schwarzenegger. Maverick (come ora e' stato soprannominato McCain) e' pronto ad essere investito dalla nomination, anche se la sua sara' una battaglia quasi persa, non mollera' fino alla fine, rendendo l'onore delle armi. Rudy Giuliani e' l'emblema della sconfitta in questa campagna elettorale. Rudy "lo Sceriffo", sicuro della sua vittoria, aveva puntato tutto su un numero: il 911. Quella tragica data lo ha tradito, non si e' accorto che l'America e' cambiata, che per gli americani, ora, sono altre le priorita'. Rudy Giuliani si e' preparato come un attore, pronto ad entrare in scena, per recitare un Horror Movie, ed al momento del ciak scopre che si sta girando un film di Natale. L'America urla un nuovo slogan, basta paura, e' ora di cambiare. Rudy Giuliani, troppo presuntuoso, e' stato affettato e triturato dalla stessa stampa, che da sindaco duro e rigoroso, lui stesso aveva sempre maltrattato. Nonostante le cadute, rimane pur sempre un ottimo acquisto della squadra McCain. In campo Democratico si gioca la vera partita, da queste primarie, molto probabilmente uscira' il vincitore della maratona finale, da qui uscira' il Nuovo, quello che l'America vuole, quello che l'America sogna, quello che oggi l'America ordina. Hillary e' partita inciampando, troppo permalosa, troppo sicura, troppo saccente, la classica donna che deve ricordare di esserlo, che a tutti costi deve inseguire la mascolinita' che deve essere piu' brava dei bravi, piu' uomo degli uomini, piu' forte dei forti. Il tiro e' stato riaggiustato nel momento della debolezza, la lacrimuccia (vera?!) e' stata la svolta, l'America l'ha scoperta vulnerabile, umana, donna, e sono state proprio le donne a ritornare con lei e per lei. Hillary ha dalla sua un'arma micidiale, il carisma che in lei e' assai scarso e' sopperito dalla sua dolce meta', Bubba (Bill Clinton), il grande oratore, il carismatico ex presidente, ha speso fiumi di parole per sostenere la moglie (che nel rischio impeachment, gli salvo' la carriera, la poltrona nello studio orale), restituisce il favore, e molti si chiedono, se la premiata ditta "Clinton & Clinton" vincera' lo scontro elettorale, chi dei due comandera'? Entrambi portano i pantaloni, ma sara' difficile anche per questa nuova Lady di Ferro, tenere al guinzaglio Bill lo scatenato. Ma e' l'altro candidato, quello che piu' mi colpisce, quello che piu' mi interessa e sinceramente quello per cui faccio il tifo. McCain con la sua squadra mi tentava moltissimo. Hillary fino a qualche mese fa, era la mia preferita, prima di vedere quest'ultimo cavallo di razza. Clinton e' un cognome gia' sentito, e' storia recente, non rappresenta la Novita' che l'America sta cercando. Barack Obama, l'uomo nuovo, un uomo di colore pronto per la Casa Bianca, l'uomo con il cognome (Hussein) diabolico pronto a succedere chi di quel cognome ne ha fatto la sua battaglia e la sua strategia. Barack Obama fino ad ora non ha presentato un vero programma, perche' Obama va oltre, Lui e' il programma. Il suo modo di danzare sul palco, la sua arte oratoria, il suo carisma, la sua freschezza, sono le qualita' che gli consentono di competere senza temi forti. L'anno scorso ho visto il film "Bobby", da pelle d'oca, i sogni, gli ideali, una generazione pronta a cambiare, pronta a lottare e poi la tragedia. L'America si rialza sempre. Obama e' stato paragonato a quel Kennedy, a Bobby, molti lo riconoscono nel piu' noto JFK. Io lo vedo piu' vicino al grande Ronny, alias Ronald Reagan, trascinatore di folle, in suo memorabile monito diceva: "In politica devi essere sincero, se riesci a far finta di essere sincero, vinci". Se Hillary e' nella sua naturalezza urticante, Obama rappresenta il balsamo. Barack Obama e' la farfalla uscita dal bozzolo e, nonostante l'inesperienza, e' pronta a volare verso la presidenta, pronta a cavalcare lo scontento verso la vecchia politica. Questa e' una nazione che non riesce, per propria natura, a vivere a lungo nella cupezza, nel pessimismo e nella paura. L'America e' ormai stanca di vampiri e profeti di morte. Il sorriso di Obama e' il traino per il nuovo elettorato, per una nuova politica Americana, per l'avvio del cambiamento. Qui si puo'. Si puo' cambiare, sognare, sperare! W. Bush, in questa campagna se ne sta in disparte, e' conscio che una sua preferenza avrebbe l'unico effetto di affondare il candidato da lui scelto. W. Bush ha ormai le valige pronte, lui e tutta la sua gang che assunsero autoproclamandosi i "Neocon", profeti della strategia della "Guerra preventiva". Rummy e la sua guerra leggera, l'arcigno Dick Cheney e l'esiliato Paul Wolfowitz sono, fortunatamente, arrivati al tramonto. Siamo neccessariamente ancora tutti un po' americani, ma vorremmo tornare a essere contenti di esserlo.


Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

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