30 marzo 2007
NELLA TANA DELLA VOLPE: Buddy Fox incontra... Claudio Kaufmann
Eccoci al nostro appuntamento quindicinale con la nuova rubrica. 3 domande 3, questa e' la regola ed il suo distintivo. Questa settimana, come vi dicevo, il personaggio fa parte del mondo del giornalismo. Professionalmente ed umanamente lo stimo molto e lo ammiro. Direttamente dal settimanale BORSA&FINANZA: Claudio Kaufmann. La sua rubrica settimanale "Posta e Risposta" non e' mai banale, le sue risposte sono sempre dirette, senza peli sulla lingua, le conoscenze, sterminate. Proprio per questo e' un onore per me ospitarlo. Le sue risposte potranno essere utili a tutti i lettori, un gran colpo! Questa sera, live nell'Angolo del Volpino, domani in edicola su Borsa&Finanza. Per la cronaca, l'intervista e' stata preparata 2 giorni fa. Via al botta e risposta.
1- In questi giorni ha parlato il capo della Fed Bernanke, esprimendo per l'ennesima volta fiducia nella congiuntura americana. La confusione generale e' molta, in questi casi e' giusto dare ascolto all'autorevolezza ed all'assenza di un conflitto d'interesse di Greenspan che ha un orizzonte negativo, o all'ottimismo di Bernanke che sembra piu' dettato dal rispetto verso un'istituzione che deve "forzatamente" infondere fiducia?
Faccio fatica a considerare "ottimista" la posizione di Ben Bernanke. Non a caso ha dichiarato (per chi ha orecchie disposte ad ascoltare) che la stagione dei rialzi dei tassi è praticamente terminata. E infatti a Wall Street si comincia già a scommettere su quando il costo del denaro verrà abbassato. Invito tutti a leggere un'intervista , che pubblicheremo su Borsa e Finanza di sabato, a un ex presidente della Fed (a memoria di Filadelfia) che sostiene come la Banca centrale americana
sia pronta ad agire. Il dubbio di Bernanke è che la bolla immobiliare possa essere più pesante del previsto. Anche se per ora non vi sono evidenze, tenuto conto che sommando tutti i mutui subprime a rischio le perdite non supererebbero i 100 miliardi di dollari. Faccio notare che il rifinanziamento del 2008 per l'Irak è di 122 miliardi di dollari. Insomma c'è da escludere che gli Usa, maggiore economia del mondo (pil a 12mila trilioni di dollari) possano accasciarsi per un cifra del
genere. Un altro dubbio di Bernanke è che il mercato del lavoro, oltre a produrre nuove buste paga, crei tensioni sul fronte inflativo. E questo suggerisce cautela sui tassi. Insomma, come sempre, si tratterà di scegliere il male peggiore. Ma quando mai non è così? Terzo dubbio: gli investimenti delle imprese (che potrebbero colmare eventuali debolezze nei consumi) stentano a decollare, sebbene siano rimasti piuttosto "bassi" fino ad ora.Che poi Bernanke abbia l'obbligo istituzionale di diffondere sicurezza, e non incertezza, è evidente. Ma a Wall Street lo sanno tutti
benissimo: diciamo che il mercato lo sconta ampiamente. Diverso il caso di
Greenspan che adesso può parlare a briglie sciolte: è vero che i suoi toni sono diversi, ma sottolineo che l'ex numero uno della Fed ha parlato di un 30% di rischi di recessione. Non mi sembra una percentuale da catastrofisti, alla Roubini, per intenderci.Concludo: se anche gli Usa andassero in recessione che male ci sarebbe?
Sappiamo che ogni ciclo economico si esaurisce, fa una pausa e poi riprende.
Semmai credo che Asia ed Europa potrebbero ridurre l'impatto di un rallentamento americano e magari dare una mano ( più consumi?) agli Usa per riprendersi abbastanza in fretta.Quel che intendo dire (e rispondo in parte alla domanda 2 ) è che non vedo sfracelli alle viste. Per questo, anche se i mercati azionari scendessero di un altro 10 o addirittura 20 per cento, sarebbero un'occasione di acquisto. Non immagino scenari da credit crunch o da iperinflazione o di fuga in massa stile bolla internet.Se questo è ottimismo allora solo un ottimista. Se invece è solo realismo allora sono un realista. Fate voi.
2- I gufi ad ogni ribasso gonfiano il petto. Lei invece continua ad essere ottimista sul futuro dei mercati. Siamo in una fase di tassi ed inflazione delicata, ed un nuovo rialzo del Petrolio potrebbe ferire in modo sensibile. Non pensa che, anche se stiamo vivendo un rialzo regolare, i pericoli dettati da molti squilibri mondiali possano provocare brusche cadute generali?
Gli squilibri mondiali? Quando mai non ci sono stati. La politica monetaria, ed economica in senso lato, è gestione degli squilibri. E' l'equilibrio che va inteso come eccezione, non lo squilibrio. E come quando si cerca di stabilire quanto vale una società: il cosidetto prezzo obiettivo. E' una illusione: se esistesse non ci sarebbe il mercato. Quante volte i fondamentali di un titoli incrociano i prezzi
di mercato in un decennio? Mai, una volta, dieci, cento? Boh? Certo che il petrolio rimane una forte incognita. Ma sono le tensioni "geopolitiche" in Medio Oriente a creare problemi. Dubito che Israele accetterà un vcino nucleare che lo vuole distruggere. E altrettanto gli Usa. Bisognerà vedere come si metteranno d'accordo con Russia e Cina. Che ruolo riuscirà ad avere l'arabia saudita. Insomma è un gran caos. Questo mi preoccupa molto di più dei mutui subprime.
3- Per concludere uno sguardo speciale al nostro mercato. So benissimo che lei non vuole parlare ne' commentare singoli titoli e rispetto la sua richiesta, pero' potrebbe almeno dirci quali sono i settori che lei preferisce?
Sui settori o sui titoli ho poco da dire: a moltissimi investitori consiglierei solo Etf. La scelta di un singolo titolo o di un settore suppone la capacità di battere il mercato. Perchè comprare Stm se non mi aspetto che batta il mercato? Sarebbe un controsenso. Quindi la domanda corretta è: come si fa in questa fase a battere il mercato. Risposta: selezionando 100 titoli (1% a ogni titolo) con i
fondamentali migliori e aspettare. Oppure selezionare 100 titoli (1% a titolo) in forte trend rialzista. Ma è una grossa fatica. Se proprio mi volete costringere a dire qualcosa: meglio gli industriali (puntando alla ripresa europea). Ma si tratta giusto di sovrappesarli un po' di più in quei famosi 100 titoli.
pubblicato da Buddy Fox
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