
Il Carry Trade è ancora un indicatore affidabile? Panta rei, tutto scorre, anche il fenomeno, o meglio, la moda del Carry Trade corre il rischio di essere abbandonata e travolta da quel fiume immenso e ormai straripante che è la finanza mondiale.
Anno Domini 2001, qui ha inizio un nuovo ciclo per l'economia e la finanza, l'Era dei Tassi Zero, una scelta doverosa che sembrava essere temporanea, pianta le sue radici nelle esigenze e nell'avidità dei mercati e della finanza. Un vizio sempre più difficile da estirpare che ha espresso la sua massima virulenza nell'esagerazione della Leva, e che ora inizia a diluire, lentamente, ma dolorosamente con l'opera del "deleveraging". Nei 10 anni in cui il "Tasso Zero" ha imperversato, la moda del Carry Trade è stata per questo blog un indicatore importante, fondamentale e di indiscutibile affidabilità, oggi però sembra non essere più attendibile. Perso il Franco Svizzero, dopo la mossa a sorpresa della Banca Nazionale Svizzera, il cambio tra Euro e Franco non è più indicativo, con lo Yen sempre a rischio di essere sculacciato dalla BoJ (è una questione di tempo più che di prezzo) e con uno Yuan ancora in fase adolescenziale, non ci resta che l'Euro Dollaro come spunto di studio e di analisi, un cross (rapporto di cambio) sempre più appannato e stanco, tra due monete che avrebbero dovuto essere il futuro e il passato del sistema valutario e che invece rischiano entrambe di essere sbaragliata dall'avanzata dei Paesi Emersi, gli unici con la liquidità, la crescita e l'energia per salvare l'economia mondiale.
Niente più Carry Trade? Probabilmente si, siamo nella coda del movimento, ma la sua influenza ancora persiste. Oggi è di moda lo "Spread", una termine sconosciuto al grande pubblico, ma che la democratizzazione dell'informazione finanziaria ha portato nel linguaggio comune, anche se spesso a sproposito. Spread ovunque, un altro termine che rischia l'inflazione, o peggio l'iperinflazione nel linguaggio comune. In effetti è questo l'unico surriscaldamento esistente, non tanto nei prezzi dei beni (tranne la benzina), quando nell'uso delle parole.
Lo Spread sarà quindi il prossimo indicatore di mercato? Non lo so, potrebbe essere una moda passeggera, l'unico segnale che sembra resistere alle mode e ai tempi, sembra essere la "chiamata di mio padre". L'aspettavo, era nell'aria e finalmente mi è arrivata. E' lunedì 12 Settembre, pausa pranzo, squilla il telefono, dall'altra parte la voce ferma e profonda di mio padre che mi dice: "sai già perchè ti sto chiamando vero"? La solita danza tra paure, rassicurazioni e previsioni, e ogni volta mi stupisco e mi chiedo: "ma con tutta l'esperienza che mio padre ha in borsa, viene chiedere a uno sbarbatello come me"?
Non sono proprio tranquillo, sto soffrendo anch'io, ma ho uno scenario in testa e soprattutto ho una convinzione, "NON FINISCE QUI", però l'avviso, non sarà certo una passeggiata e forse è veramente arrivato il momento del Dollaro.
Sono mesi che mi dichiaro a favore del BIGLIETTO VERDE, almeno qui credo di avere un po' di credibilità, visto che ho anticipato l'ampia svalutazione del dollaro, l'ho seguita per anni e in tutto questo tempo mi sono sempre dichiarato difensore e a favore dell'Euro. Ora potremmo essere veramente vicini a una svolta ciclica, probabilmente già iniziata nel 2008 e che ha avuto una grande conferma nel Maggio di quest'anno in zona 1,49. Sono molto curioso di vedere la chiusura del mese di Settembre, quanto distante sarà da quota 1,40, anche dopo l'azione che Bernanke metterà in atto la prossima settimana.
Dollaro dunque, contro ogni pronostico, mi tuffo decisamente a favore del biglietto verde, non sarà immediato, ci vorrà tempo, ma i potenziali target sono ampi, l'ho scritto anche su PANORAMA ECONOMY, spero verranno pubblicati, ma non voglio anche questa volta creare attese che poi possano portare a delusioni.
Ma se il Dollaro si rafforzerà veramente, quale sarà il destino delle borse?
E qui torna la domanda d'apertura: "il Carry Trade è ancora la moda dominante"?
Spero proprio di no, perchè a vedere lo Yen un po' ho i brividi, l'Europa dovrà soffrire ancora... Se voglio essere possibilista e con una buona dose di ottimismo, posso pensare che il Dollaro si rafforzerà grazie al vigore che l'economia USA ritroverà presto, al rallentamento dell'Europa, al peso del crescente debito e soprattutto ai prossimi tagli dei tassi della BCE targata Mario Draghi. L'ipotesi pessimista per ora non voglio nemmeno prenderla in considerazione.
Intanto le borse continuano l'opera di recupero, l'indicatore "telefonata del papi" conferma la sua affidabilità, però gli strappi e la volatilità testimoniano ancora un alto nervosismo. Le banche francesi, dopo quelle italiane, sembrano essere la nuova arma dell'Orso, prima il gossip e i pettegolezzi estivi su Societè Generale, seguite dalle indiscrezioni su Bnp Paribas e per finire il declassamento dei rating di questa mattina. Sembra che sia in atto un disegno preciso di violenza psicologica, nervosismo montante atto a voler confondere e irritare, le voci circolate e poi smentite (forse ad arte) sono molte: le sopra citate banche francesi, l'intervento cinese, l'annuncio Merkel/Sarkozy, tutto annunciato e poi smentito.
E' notte fonda, buio pesto sulla situazione generale, la profondità del tunnel che spesso precede la luce dell'alba di un prossimo rialzo. Se non lo sarà per i mercati, è un'alba sempre più vicina per i Paesi Emersi, gli unici in questa fase storica, capaci di approfittare della crisi e di poterla vincere. Paesi Emersi di cui abbiamo bisogno e che non potremo più vedere come nemici, ma con cui dovremmo stringere alleanze, chiedere aiuto e naturalmente dare qualcosa in cambio...
paninoelistino@gmail.comPubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato e FinanzaPolitica