Buonasera, come lo vogliamo chiamare l'ultimo movimento? "Kim trade"? "Kim bump"? "L'urlo ribassista di Kim"?
I titoli che faranno i giornali e le notizie che daranno i Tg già li
conosciamo, abbiamo qualche ruga e qualche cicatrice, tracciate come
grafici sul nostro corpo, per sapere con largo anticipo quale sarà
l'atteggiamento degli organi di informazione. Tutta colpa di Kim se le
borse scendono. È davvero così? Fino a ieri sera, la situazione con la Korea del Nord sembrava anestetizzata
e tranquilla, fino alle 23.30 quando un missile nord coreano ha lambito
il nord del Giappone. Da quel momento, futures sulle borse in
picchiata, Yen bene rifugio primario (anche se come giustamente dice
qualcuno è strano che salga la moneta del paese che in questo momento è
in "pericolo") e forte l'Oro, il copione è sempre lo stesso, movimenti
che giustificano gli eventi. La borsa fino al pomeriggio di ieri
aveva vissuto sonnacchiosa, finché è arrivato il brusco risveglio. La
quiete prima della tempesta? Non proprio perché già dal pomeriggio e
dai giorni precedenti un certo nervosismo si era percepito, un Euro che
si rafforza è un bel segnale per l'Europa e per la sua economia, un
Euro che si rafforza violentemente complica le cose, complica i piani
monetari di Draghi, complica i piani in tema di inflazione e crescita
(l'aumento della valuta equivale a una stretta monetaria cioè a un
rialzo dei tassi d'interessa), frena le esportazioni uno dei motori
dell'Europa ed è un segnale sintomo di rientro dal rischio. Ma è
un'altra ancora la spia di un forte disagio ed è l'aumento dell'Euro
accompagnato dallo schiacciamento verso lo zero dei tassi sul Bund.
Questo significa che comprando Euro i capitali arrivano in Europa, bene,
ma vengono parcheggiati nel luogo più difensivo, il Bund che ad oggi da
rendimento zero. Pur di non rischiare, non guadagno. I segnali di
tensione erano già nell'aria, i missili di Kim hanno semplicemente dato
una spinta ad un orso svogliato. Sarà solo un graffio, o sarà vero
appetito al ribasso? Un appetito ribassista che sembra aver voluto colpire solo l'Europa, perchè in tarda serata gli indici a Wall Street hanno recuperato tutto, e oggi replicano in positivo. Dunque Kim fa paura, ma solo all'Europa, verebbe da dire, o forse a far più paura è la rivalutazione dell'Euro? In Germania forse la risposta ce l'hanno.
Domani su Panino e Listino l'apertura di Settembre, il "bank holiday" e il ritorno alla piena operatività con molti, molti temi operativi. Estate Bollente? Chi l'ha vista.
Fca e Great Wall, la riproduzione della frase di Mao (e di Confucio) ai
giorni nostri, quella del gatto, di qualunque colore sia che deve in
tutti i modi prendere il topo. La frase, tradotta con i valori di
oggi diventa più o meno così: non importa quanti soldi servano,
l'importante è comprare e conquistare più aziende estere possibili.
La differenza è che questa volta, se prendiamo come parametro i
fatturati, a fare la parte del gatto è l'Italia (Fca 131 mld) mentre il
topo è cinese (GW 15 mld), un topolino che si fa forte perché alle sue spalle ha un dragone a difenderlo. Può essere che l'Italia riesca a perdere una partita con tale dislivello di forze? Scorrendo le scellerate svendite che costellano gli ultimi 20 anni d'impresa del nostro paese, sì è possibile. È possibile che l'Italia perda e si privi di un altro gioiello. Gioiello italiano, che poi la Fca si può ancora definire italiana? Per gli analisti oggi l'intero gruppo Fca vale 50 mld, mentre
attualmente capitalizza solo 17,70mld meno di quanto dovrebbe valere il
brand Jeep. Se il titolo che oggi quota 11,80 è a sconto, chissà
cosa dovevano pensare gli analisti a Gennaio quando batteva meno di 9€. E
come mai nessuno ha gridato al l'occasione ma si sono sentite solo
grida di paura? Sono sicuro che ognuno di voi conosce già la risposta. Ecco cosa avevo scritto nel Gennaio 2017, quando il titolo crollava in un giorno del 16%, sceso fin sotto 9€ e quando gran parte della stampa e dei media informavano di un nuovo "dieselgate" ipotizzando addirittura di un fallimento FCA. Cliccate qui: FCA dieselgate, rischio fallimento o semplice correzione? Un pezzo rimasto senza commenti, lanciato nel vuoto, inascoltato, ma che oggi a distanza di mesi forse qualcosa vale.
Su Panino e Listino in edicola domani su Libero, qualche altra cosa su FCA (per me rimarrà sempre Fiat), su Mario Draghi, sulle Banche Centrali e Jackson Hole, sulla correzione sempre più vicina e sulla crisi, vista dal luogo del delitto, vista da Barcellona.
Buonasera cari fedeli affezionati, avete visto cos'è successo giovedì scorso? Il rialzo sembrava veleggiare nella solita bonaccia, quando nella consueta ora aperitivo l'happy hour si è trasformato in horror hour. Le inversioni arrivano così, all'improvviso. Il Nasdaq da quasi più 1% è scivolato a -1,50% e poi recupero finale. Per me è la pietra tombale. E Milano? Continua a reggere, vuoi vedere che si è fatta il vaccino contro ogni ribasso? Milano potrà continuare a galleggiare grazie all'effetto trimestrali e allo strascico dei buoni dati economici che segnano ripresa, ma è piena Estate anche sui listini, l'aria è calda e rarefatta, il rialzo boccheggia. La correzione è iniziata, a questo rally hanno già preparato anche la lapide. Se il Toro riuscirà ad annullare anche questo tentativo allora vorrà dire che non scenderemo mai più. Domani, Giovedì, ovviamente è il giorno di Panino e Listino. Sì, anche d'Estate, anche in questa torrida Estate, in città, al mare, in montagna, in ufficio o in spiaggia, nelle roventi edicole, quelle poche aperte, troverete Panino e Listino ricco di operatività, Panino e Listino stracotto che punta tutto al ribasso, verso la correzione, verso un'Estate bollente a temperature molto elevate. Il Dow Jones intanto ha appena chiuso a 22.000, obiettivo raggiunto e ora, da qui, si va giù.