email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox
“La Fed è pronta a immettere sui mercati tutta la
liquidità necessaria, in appoggio al sistema economico e finanziario Usa”, per
Alan Greenspan, novello presidente della Fed appena eletto, il 19 Ottobre del
1987 fu il battesimo del fuoco. Successivamente alle sue dichiarazioni, il 20
Ottobre le società cominceranno a ricomprare le loro azioni che nel frattempo
erano precipitate e Wall Street il lungo cammino per risalire la china. Da quel
giorno Alan Greenspan sarà chiamato “Il Maestro”.
Lunedì 19 Ottobre 1987 fin dal mattino non è un giorno
come altri, l’aria a New York è di smobilitazione, nel luminoso e scintillante
mondo dei giovani broker, yuppies in carriera, qualche nube di preoccupazione
inizia ad addensarsi: alla Salomon Brothers (la Goldman Sachs dei giorni
nostri) partono i licenziamenti, la formula del guadagno facile, della vita a
sei zeri inizia ad avere qualche crepa. Eppure, a guardare le statistiche
dell’epoca l’economia sembra vivere in un mondo dorato, siamo in piena
“Reagonimcs” (il presidente è Ronald Reagan), 4 anni consecutivi in cui il Pil
corre (non come oggi), tasse basse e una borsa che da inizio anno cresce oltre
il 40%.
E’ l’anno che consacra il modello “take over”, scalate
societarie, fusioni e acquisizioni che ingrassano le banche d’affari, ma il 19
Ottobre qualcosa si inceppa. La mattina in Asia i primi nuvoloni, Hong Kong, ai
tempi borsa di periferia, perde il 45%.
Si dice che quella mattina alla Donaldson una società
di intermediazione, gli operatori arrivando al lavoro si stupirono di trovare
le guardie armate, assunte dal Cda per proteggersi dai clienti infuriati. Wall
Street apre negativa, contagiata dal resto del mondo, poi si rompono le acque e
complici i primi computer programmati per scambi elettronici, il ribasso si amplifica.
Fu il diluvio, tanto che alla Shearson Lehamn gli operatori scrissero “alle
scialuppe di salvataggio!”
Saldo di giornata: -22,8%, un record.
Quel lunedì al North Star Pub, vicino a WS, il barista
offrirà una sconto del 22,8% sulle birre, come il ribasso del Dow.
Non si conosceranno mai le vere cause che scatenarono
il ribasso, il più indiziato rimarrà l’esagerato deficit sulla bilancia
commerciale.
Quel giorno, Alan Greenspan vieterà la chiusura dei
mercati, avrebbe causato altro panico. Qualche anno più tardi paragonerà
quell’impresa a quella dell’Apollo13, devastato dallo scoppio nella corsa alla
Luna, e riparato dall’equipaggio con mezzi di fortuna.
In quella grande disperazione ci fu anche chi fece
grandi affari, Warren Buffett colse quella grande occasione da saldo per
comprare altre azioni Coca Cola. Per molti fu un azzardo, per lui qualche anno
dopo si rivelò un guadagno a 3 cifre.
PIAZZA AFFARI: inutile ripetere che la politica, la si
chiami Catalogna o in altro modo, non ha nessun effetto sui mercati. Ma il
“problema” npl sì. Saranno ancora le banche la zavorra di Milano? Aspetto
sempre la correzione.
DIGITAL MAGICS: inutile ripetere che è la mia
preferita. La corsa è solo all’inizio.
LANDI RENZO: credo non si necessario scomodare il
Nobel Thaler per capire che comprare a questi prezzi è come buttare i soldi
nell’inceneritore.
In vista dell'importante riunione BCE di domani e del comunicato di Draghi che sarà pesato parola per parola, ho inserito qui in pagina un nuovo sondaggione. Vediamo quanti reduci ha ancora questo blog.
Domani Panino e Listino non sarà in edicola, come anticipato nel titolo, ci ritroviamo venerdì.