25 ottobre 2017

Panino e Listino: RICORDANDO IL "BLACK MONDAY" 1987, OTTOBRE OSTILE (Venerdì 27 Ottobre in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox




“La Fed è pronta a immettere sui mercati tutta la liquidità necessaria, in appoggio al sistema economico e finanziario Usa”, per Alan Greenspan, novello presidente della Fed appena eletto, il 19 Ottobre del 1987 fu il battesimo del fuoco. Successivamente alle sue dichiarazioni, il 20 Ottobre le società cominceranno a ricomprare le loro azioni che nel frattempo erano precipitate e Wall Street il lungo cammino per risalire la china. Da quel giorno Alan Greenspan sarà chiamato “Il Maestro”.

Lunedì 19 Ottobre 1987 fin dal mattino non è un giorno come altri, l’aria a New York è di smobilitazione, nel luminoso e scintillante mondo dei giovani broker, yuppies in carriera, qualche nube di preoccupazione inizia ad addensarsi: alla Salomon Brothers (la Goldman Sachs dei giorni nostri) partono i licenziamenti, la formula del guadagno facile, della vita a sei zeri inizia ad avere qualche crepa. Eppure, a guardare le statistiche dell’epoca l’economia sembra vivere in un mondo dorato, siamo in piena “Reagonimcs” (il presidente è Ronald Reagan), 4 anni consecutivi in cui il Pil corre (non come oggi), tasse basse e una borsa che da inizio anno cresce oltre il 40%.

E’ l’anno che consacra il modello “take over”, scalate societarie, fusioni e acquisizioni che ingrassano le banche d’affari, ma il 19 Ottobre qualcosa si inceppa. La mattina in Asia i primi nuvoloni, Hong Kong, ai tempi borsa di periferia, perde il 45%.

Si dice che quella mattina alla Donaldson una società di intermediazione, gli operatori arrivando al lavoro si stupirono di trovare le guardie armate, assunte dal Cda per proteggersi dai clienti infuriati. Wall Street apre negativa, contagiata dal resto del mondo, poi si rompono le acque e complici i primi computer programmati per scambi elettronici, il ribasso si amplifica. Fu il diluvio, tanto che alla Shearson Lehamn gli operatori scrissero “alle scialuppe di salvataggio!”

Saldo di giornata: -22,8%, un record.

Quel lunedì al North Star Pub, vicino a WS, il barista offrirà una sconto del 22,8% sulle birre, come il ribasso del Dow.

Non si conosceranno mai le vere cause che scatenarono il ribasso, il più indiziato rimarrà l’esagerato deficit sulla bilancia commerciale.

Quel giorno, Alan Greenspan vieterà la chiusura dei mercati, avrebbe causato altro panico. Qualche anno più tardi paragonerà quell’impresa a quella dell’Apollo13, devastato dallo scoppio nella corsa alla Luna, e riparato dall’equipaggio con mezzi di fortuna.

In quella grande disperazione ci fu anche chi fece grandi affari, Warren Buffett colse quella grande occasione da saldo per comprare altre azioni Coca Cola. Per molti fu un azzardo, per lui qualche anno dopo si rivelò un guadagno a 3 cifre.

PIAZZA AFFARI: inutile ripetere che la politica, la si chiami Catalogna o in altro modo, non ha nessun effetto sui mercati. Ma il “problema” npl sì. Saranno ancora le banche la zavorra di Milano? Aspetto sempre la correzione.

DIGITAL MAGICS: inutile ripetere che è la mia preferita. La corsa è solo all’inizio.

LANDI RENZO: credo non si necessario scomodare il Nobel Thaler per capire che comprare a questi prezzi è come buttare i soldi nell’inceneritore.
 
In vista dell'importante riunione BCE di domani e del comunicato di Draghi che sarà pesato parola per parola, ho inserito qui in pagina un nuovo sondaggione. Vediamo quanti reduci ha ancora questo blog.
Domani Panino e Listino non sarà in edicola, come anticipato nel titolo, ci ritroviamo venerdì.

 

04 ottobre 2017

Panino e Listino: REFERENDUM CATALOGNA, LA CATALEXIT NON E' LA BREXIT, ALMENO PER I MERCATI (Giovedì 5 Ottobre in edicola su Libero)



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In questa cacofonia mediatica dove opinioni, dati e giudizi si scontrano senza mai trovare un filo di luce che possa chiarire, ma solo e sempre tanta polvere per confondere, anche dopo il referendum in Catalogna si rimane basiti con la faccia da ebete e ci si chiede? È veramente un episodio che cambierà la storia o semplicemente l'ennesimo spot mediatico per attirare l'attenzione e poi come fuochi d'artificio tutto svanisce e rimane solo l'eco di molto rumore per nulla?
L'unica che poteva e doveva esprimere un'opinione, L'Europa dell'Euro, è rimasta in un silenzio preoccupante.
Ciò che resta è la statistica, ha votato meno del 50% degli aventi diritto. Sono una conclusione mi permetto di fare, se Rajoy avesse lasciato spazio alla democrazia, l'Occidente almeno in questo dovrebbe dare il buon esempio, molto probabilmente meno gente sarebbe andata a votare e il risultato non avrebbe raggiunto questo clamore. In questo modo, nonostante metà dei catalani non abbia espresso opinione il 90% del 50% suona come la fanfara di un trionfo storico.
A questo punto siamo costretti ad aggiornare la classifica del tapiro della storia (tapiro per non essere troppo offensivo), un podio completamente stravolto: primo per distacco Rajoy, scala in seconda posizione Cameron mentre al terzo, di misura, rimane il Matteo nazionale.

La morale però sembra essere un'altra e cioè che sia l'Europa che gli Usa, non hanno bisogno dell'Isis o di qualsiasi attacco di alieni per rovinarsi, ci riescono benissimo da sole, con le proprie armi.

Domani su Panino e Listino le "10 di Buddy Fox 2017" il mio esercizio previsionale per quest'anno con gli aggiornamenti e su cosa potrebbe succedere nel finale d'anno.
Numero da collezione. 

ELEZIONI GERMANIA, L'EURO PERDE NELLA ROCCAFORTE



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Elezioni in Germania cigno nero?
Non diciamo sciocchezze, però per molti è arrivata una cattiva sorpresa.
Dopo aver atteso invano i populisti in Austria, poi in Olanda e infine temuto di trovarli in Francia, ecco che i populisti nazionalisti li trovi in Germania, proprio in quel l'elezione (come fu per Brexit e Trump) che dovevano avere il risultato finale più scontato.
Ora l'Afd fa paura, perché la protesta è seria e forte proprio nel Paese che sia economicamente e socialmente doveva essere il più soddisfatto in Europa.
Il re è nudo? In effetti le banche scricchiolano, tra derivati al veleno e perdite sane non lo sono mai state, poi c'è il settore auto con il trucco e poi hanno anche il coraggio di dire che noi italiani siamo i furbi e poi c'è la politica economica che negli investimenti di Pil mette proprio pochino.
Per fortuna c'è Super Mario, anche per loro.
Forse la Germania non è poi così bella come ce la raccontano.
La Merkel d'altronde è come la kriptonite, chi l'abbraccia si indebolisce, prima i Liberali, poi l'Spd di Schultz.
Il problema è che ora è riuscita a indebolire anche se stessa.

20 settembre 2017

Panino e Listino: DOPO LEHMAN NULLA SARA' PIU' COME PRIMA, MA PIU' DI PRIMA (Giovedì 21 Settembre in edicola su Libero)



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20 Settembre, tramonto d'Estate, 9 anni dopo Lehman, anche se la data esatta sarebbe il 15, e siamo ancora qui.
Quanti sono rimasti? Quanti sono sopravvissuti?
Nulla sarà più come prima, dicevano, niente più guadagni facili, niente più Toro, niente più rialzi folli, dimenticate tutto, pensate solo alle macerie, alla depressione e ai pochi cocci, alle briciole, conservatele, non vi resterà altro per nutrirvi, solo l'aria pesante della depressione.
Nove anni fa quando in questo blog scrivevo "IO COMPRO", un'enorme e imperdibile occasione d'acquisto, venivo tacciato per mentecatto, il complimento più leggero era che non capivo niente.
Nove anni dopo siamo qui a raccontarcela, le cose sono andate ancor meglio delle previsioni, non solo è ritornata la moda dei guadagni facili, per molti ma non per tutti, soprattutto per i soliti noti, ma oggi il denaro te lo regalono, piove dal cielo.
E non è finita qui.

Domani su Panino e Listino il racconto di quel 15 Settembre 2008, com'è andata, i pericoli di ieri e quali sono i pericoli di oggi. Ovviamente tutto accompagnato dalla sala giochi dei titoli da comprare.
 

14 settembre 2017

Panino e Listino: 11 SETTEMBRE 2001 NIENTE SARA' PIU' COME PRIMA (Giovedì 14 Settembre in edicola su Libero)



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Ore 15.03 (09.03 a New York) di Martedì 11 Settembre 2001, quel giorno me lo ricordo come ieri, me lo ricordo così bene tanto che vi ho indicato non solo data e ora ma anche il giorno della settimana.
Me lo ricordo così bene perché alcuni giorni prima, leggendo alcune previsioni di mercato mi era capitato di leggere qualcosa che sfiorava l'esoterismo e che indicava l'11 settembre come una data discrimine tra una reazione al rialzo e un nuovo ribasso.
L'11 settembre me lo ricordo bene, mi ricordo cosa stavo facendo in quel preciso momento, ero in casa mia, alla scrivania davanti al mio primo PC portatile, comprato a rate presso la mia banca, l'Ambroveneto e avevo aperto la mia prima piattaforma di trading, Intesatrade, ve la ricordate? Vi ho aperto un mondo che avevate chiuso e dimenticato.
Avevo acceso la televisione e su canale5 trovavo il viso di Mentana, le maratone avevano inizio, il viso era preoccupato, dietro di lui una delle torri in fiamme, si vaticinava di errori, l'attentato ai tempi questo sconosciuto era un'ipotesi remota, impareremo a conoscerlo in seguito.
Me lo ricordo bene l'11 settembre, credo che ognuno di voi lo ricordi, per qualsiasi persona è un evento che rimane indelebile nella mente, figuriamoci per chi aveva persone care coinvolte, ma anche per chi lavorava sui mercati che la tragedia l'ha vissuta nel proprio portafoglio.
Era il mio primo battesimo del fuoco, non tanto per il ribasso, erano ormai 6 anni che vivevo di mercati, il panico l'avevo già conosciuto, ma qui c'era anche l'aspetto emotivo, un'emozione che mi aveva per qualche attimo messo in crisi. Non i miei clienti, chiamati dopo qualche minuto, li avevo già trovati pronti a comprare. Un atteggiamento che con il passare del tempo i mercati avrebbero smussato, perché se non sei forte i mercati prima ti logorano e poi ti spazzano via, come un fuscello al vento.
Il giorno successivo me lo ricordo bene, mi ricordo i titoli dei giornali che tra l'altro avevo conservato (poi a malincuore buttati), urlavano paura, ma tra gli esperti c'erano come al solito solo voci rassicuranti, era un'occasione per comprare, bisognava mantenere i nervi saldi, e cose di questo genere il solito refrain.
Per tutti era una variabile nuova, Taleb lo chiamerà "cigno nero", l'instabilità e l'insicurezza erano le malattie che successivamente avrebbero contagiato il mondo, reale è quello dei mercati e di investitori.
In verità per chi a quel tempo aveva già accumulato un po' di esperienza sapeva che sotto le 2 torri non c'era nulla di nuovo, ma era semplicemente la coda velenosa di quella grande bolla scoppiata un anno prima, nel Marzo del 2000. I mercati stavano semplicemente cercando una scusa per continuare la discesa, la trovarono in quella tragedia, un graffio dell'orso feroce che dopo successivi rimbalzi, nel 2002 fece emergere scandali contabili (ricordate Arthur Andersen, Enron, Adelphia?) che portarono l'indice a trovare un minimo tra l'Ottobre del 2002 e il Marzo 2003, quando le prime bombe in Iraq diedero energia al toro per ripartire in mezzo a uno stupore collettivo. È la borsa Signore e Signori.
In soli 2 anni la vita di molti o di tutti era già cambiata totalmente, stravolta, molti avevano abbandonato e come in un matrimonio il divorzio dai mercati e dai propri risparmi era compiuto.
Nel mio mi ero rifatto una vita con il mio personale studio sulla futura svalutazione del Dollaro, ma questa è un'altra storia.
E mentre il mondo intero era distratto dal panico della caduta dei mercati e dalla paura di un nuovo mondo sconosciuto, c'era qualcosa che di tutto questo non trovava difficoltà ma aiuto, ed erano il mercato immobiliare che non arretrava e il mercato obbligazionario che volava. I successivi tagli dei tassi del Maestro Greenspan che consentì agli USA di vivere una recessione leggera, alimentarono il mostro che impareremo a conoscere solo nel 2007, quello immobiliare, e il mostro invisibile dell'obbligazionario che tutt'ora, 16 anni dopo ci accompagna, ancora senza farci troppa paura.
11 settembre 2001, voi dove eravate?


Domani su Panino e Listino, l'11 Settembre visto in maniera operativa, com'eravamo e come siamo oggi, più i titoli, i cavalli di battaglia della rubrica. 

30 agosto 2017

Panino e Listino: PYONGYANG, L'URLO DI KIM YONG-UN TERRORIZZA L'OCCIDENTE, MA SOLO L'EUROPA (Giovedì 31 Agosto in edicola su Libero)



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Buonasera, come lo vogliamo chiamare l'ultimo movimento? "Kim trade"? "Kim bump"? "L'urlo ribassista di Kim"?
I titoli che faranno i giornali e le notizie che daranno i Tg già li conosciamo, abbiamo qualche ruga e qualche cicatrice, tracciate come grafici sul nostro corpo, per sapere con largo anticipo quale sarà l'atteggiamento degli organi di informazione. Tutta colpa di Kim se le borse scendono.
È davvero così?
Fino a ieri sera, la situazione con la Korea del Nord sembrava anestetizzata e tranquilla, fino alle 23.30 quando un missile nord coreano ha lambito il nord del Giappone. Da quel momento, futures sulle borse in picchiata, Yen bene rifugio primario (anche se come giustamente dice qualcuno è strano che salga la moneta del paese che in questo momento è in "pericolo") e forte l'Oro, il copione è sempre lo stesso, movimenti che giustificano gli eventi.
La borsa fino al pomeriggio di ieri aveva vissuto sonnacchiosa, finché è arrivato il brusco risveglio. La quiete prima della tempesta?
Non proprio perché già dal pomeriggio e dai giorni precedenti un certo nervosismo si era percepito, un Euro che si rafforza è un bel segnale per l'Europa e per la sua economia, un Euro che si rafforza violentemente complica le cose, complica i piani monetari di Draghi, complica i piani in tema di inflazione e crescita (l'aumento della valuta equivale a una stretta monetaria cioè a un rialzo dei tassi d'interessa), frena le esportazioni uno dei motori dell'Europa ed è un segnale sintomo di rientro dal rischio.
Ma è un'altra ancora la spia di un forte disagio ed è l'aumento dell'Euro accompagnato dallo schiacciamento verso lo zero dei tassi sul Bund. Questo significa che comprando Euro i capitali arrivano in Europa, bene, ma vengono parcheggiati nel luogo più difensivo, il Bund che ad oggi da rendimento zero. Pur di non rischiare, non guadagno.
I segnali di tensione erano già nell'aria, i missili di Kim hanno semplicemente dato una spinta ad un orso svogliato. Sarà solo un graffio, o sarà vero appetito al ribasso?

Un appetito ribassista che sembra aver voluto colpire solo l'Europa, perchè in tarda serata gli indici a Wall Street hanno recuperato tutto, e oggi replicano in positivo.
Dunque Kim fa paura, ma solo all'Europa, verebbe da dire, o forse a far più paura è la rivalutazione dell'Euro? In Germania forse la risposta ce l'hanno.

Domani su Panino e Listino l'apertura di Settembre, il "bank holiday" e il ritorno alla piena operatività con molti, molti temi operativi. Estate Bollente? Chi l'ha vista. 

23 agosto 2017

Panino e Listino: GREAT WALL E FCA, IL TOPOLINO DI MAO MANGIA IL GATTO MARCHIONNE? (Giovedì 24 Agosto in edicola su Libero)



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Fca e Great Wall, la riproduzione della frase di Mao (e di Confucio) ai giorni nostri, quella del gatto, di qualunque colore sia che deve in tutti i modi prendere il topo.
La frase, tradotta con i valori di oggi diventa più o meno così: non importa quanti soldi servano, l'importante è comprare e conquistare più aziende estere possibili.
La differenza è che questa volta, se prendiamo come parametro i fatturati, a fare la parte del gatto è l'Italia (Fca 131 mld) mentre il topo è cinese (GW 15 mld), un topolino che si fa forte perché alle sue spalle ha un dragone a difenderlo.
Può essere che l'Italia riesca a perdere una partita con tale dislivello di forze?
Scorrendo le scellerate svendite che costellano gli ultimi 20 anni d'impresa del nostro paese, sì è possibile.
È possibile che l'Italia perda e si privi di un altro gioiello.
Gioiello italiano, che poi la Fca si può ancora definire italiana?

Per gli analisti oggi l'intero gruppo Fca vale 50 mld, mentre attualmente capitalizza solo 17,70mld meno di quanto dovrebbe valere il brand Jeep.
Se il titolo che oggi quota 11,80 è a sconto, chissà cosa dovevano pensare gli analisti a Gennaio quando batteva meno di 9€. E come mai nessuno ha gridato al l'occasione ma si sono sentite solo grida di paura?
Sono sicuro che ognuno di voi conosce già la risposta.
Ecco cosa avevo scritto nel Gennaio 2017, quando il titolo crollava in un giorno del 16%, sceso fin sotto 9€ e quando gran parte della stampa e dei media informavano di un nuovo "dieselgate" ipotizzando addirittura di un fallimento FCA.

Cliccate qui: FCA dieselgate, rischio fallimento o semplice correzione?
Un pezzo rimasto senza commenti, lanciato nel vuoto, inascoltato, ma che oggi a distanza di mesi forse qualcosa vale.


Su Panino e Listino in edicola domani su Libero, qualche altra cosa su FCA (per me rimarrà sempre Fiat), su Mario Draghi, sulle Banche Centrali e Jackson Hole, sulla correzione sempre più vicina e sulla crisi, vista dal luogo del delitto, vista da Barcellona.

02 agosto 2017

Panino e Listino: NASDAQ, FAANG SBANG? (Giovedì 3 Agosto in edicola su Libero)



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Buonasera cari fedeli affezionati,  avete visto cos'è successo giovedì scorso? Il rialzo sembrava veleggiare nella solita bonaccia, quando nella consueta ora aperitivo l'happy hour si è trasformato in horror hour. Le inversioni arrivano così, all'improvviso. Il Nasdaq da quasi più 1% è scivolato a -1,50% e poi recupero finale. Per me è la pietra tombale. E Milano? Continua a reggere, vuoi vedere che si è fatta il vaccino contro ogni ribasso? Milano potrà continuare a galleggiare grazie all'effetto trimestrali e allo strascico dei buoni dati economici che segnano ripresa, ma è piena Estate anche sui listini, l'aria è calda e rarefatta, il rialzo boccheggia. La correzione è iniziata, a questo rally hanno già preparato anche la lapide. Se il Toro riuscirà ad annullare anche questo tentativo  allora vorrà dire che non scenderemo mai più. 
 

Domani, Giovedì, ovviamente è il giorno di Panino e Listino. Sì, anche d'Estate, anche in questa torrida Estate, in città, al mare, in montagna, in ufficio o in spiaggia, nelle roventi edicole, quelle poche aperte, troverete Panino e Listino ricco di operatività, Panino e Listino stracotto che punta tutto al ribasso, verso la correzione, verso un'Estate bollente a temperature molto elevate. Il Dow Jones intanto ha appena chiuso a 22.000, obiettivo raggiunto e ora, da qui, si va giù.


26 luglio 2017

Panino e Listino: 26 LUGLIO 2012, 5 ANNI DOPO ANCORA SUPER MARIO DRAGHI (Giovedì 27 Luglio in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



"Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough" era il 26 Luglio 2012, 5 anni fa esatti, Mario Draghi pronunciava le parole che resuscitavano il continente Europa.
Euro, Italia, Btp, Spread, Borse, è come se Mario Draghi (poi diventato Super Mario) avesse detto: alzatevi e camminate, anzi, iniziate a correre.
Così è stato, da allora Milano è quasi raddoppiata, e anche allora, come oggi, le voci di un fallimento del sistema erano ricorrenti, ma allora come oggi, non è successo nulla, se non un susseguirsi a ripetizione di occasioni mancate.
Mario Draghi è per i mercati il nuovo Alan Greenspan, l'ho sempre scritto e nessuno me lo toglierà dalla testa, e come 20 anni fa pensavo che finchè c'era Alan Greenspan ogni correzione  era da comprare a occhi chiusi, così oggi lo penso con Mario Draghi.
Nel 2012 Milano viaggiava in zona 12.000 con il rischio di finire su livelli visti solo nei momenti peggiori della Lira, oggi siamo a 22.000, quasi il doppio in 5 anni, ma ancora la metà rispetto a 10 anni fa esatti. Ritorneremo lassù?
Finchè c'è Super Mario Draghi c'è speranza.
In quell'Estate, mentre Mario Draghi pronunciava quelle magiche parole rianimando il malato Europa, Giorgia scalava le classifiche cantando questa canzone, e come al solito qui su Panino e Listino, qualche punto in comune tra Musica e Mercati Finanziari, siamo riusciti a trovarlo.

Domani in edicola "Panino e Listino" tutto operativo, contenti?

05 luglio 2017

Panino e Listino: SUCCEDE ANCHE AI MIGLIORI, E' SUCCESSO ANCHE A VASCO (Giovedì 6 Luglio in edicola su Libero)



email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox 



Buonasera, avete visto la foto?
Come avrebbe detto il povero Paolo Villaggio, l'investimento in Chl è stato una cagata pazzesca!
Dopo Sopaf e Mps un altro scheletro si aggiunge al mio armadio, ma mentre nei due casi precedenti non si trattava di inadempienza o scarsa preparazione bensì di colossale inganno, in quest'ultimo caso la colpa è mia e solo mia e della mia testardaggine. Mia colpa mia colpa mia grandissima colpa.
Per come vedo io i mercati, sbagliano quelli che dicono di non innamorarsi di nulla, non siamo robot, per me la Borsa è anche romanticismo, un contorno che avvolge tutto quanto di lecito o illecito succede dentro la grande foresta incantata, tutti quelli che entrano nel labirinto sanno già che potrebbero uscire vincitori come non uscire mai. Ognuno di noi si innamora di qualcosa, negli anni novanta mi capitò con CIGA Hotels,Sopaf, Bipop e mi andò bene, così all'inizio della bolla andò benissimo con Seat e Tiscali, anche se ad essere sinceri in quel periodo chi sbagliava?
Come andò molto bene con tanti altri amori ora dimenticati, ma come sapete bene le guerre, anche quelle trionfali, non sono fatte di sole battaglie vinte. Prima di Vittorio Veneto ricordate sempre che ci fu Caporetto.
Su Chl che era una Caporetto o peggio un accerchiamento nello stile della battaglia di Maratona con conseguente fuga dei piccoli investitori spaventati, l'avevo capito quando andai alla presentazione di FarmaChl e dei nuovi prodotti, dopo aver assistito alla conferenza e alla prova del prodotto (una grande farsa preparata ad arte, probabilmente con l'uso di comparse) mi dissi, ma davvero può avere successo l'ossigeno terapia?
Peggio ancora dopo aver intervistato il presidente del gruppo il cui nome non voglio nemmeno pronunciare, la mia estrema sensibilità mi mise subito in guardia da una persona dall'aspetto e dallo sguardo poco affidabile, mi sentii come Pinocchio circondato dal gatto e la volpe, ma impersonati da un solo uomo.
Il mercato è fatto anche di queste frequentazioni, non è la Caritas, bisogna essere capaci ad evitare le trappole lungo il percorso degli investimenti, purtroppo questa volta sono caduto.
Avrei dovuto ascoltare quella voce, una volta ancora mi illusi, pensando alla piattaforma della società, mi illusi che potesse essere un oggetto di contesa per i grandi gruppi, e la distribuzione sparsa in tutta Italia che poteva fare comodo a qualche nuovo operatore non dotato di struttura fisica.
Un deal, era questa la mia illusione, Chl, una delle poche creature del Numtel capaci di sopravvivere allo sboom, sarebbe dovuta finire con un'Opa tra le braccia robuste di qualche Big capace di valorizzarla.
Ora è arrivata la notizia, sembra che la parola data dai soci di maggioranza non sarà mantenuta, il pensiero corre alla rabbia e alla delusione degli azionisti e di quelli che hanno creduto a quanto scrivevo. Gli errori fanno parte del mestiere, però sono duri da digerire.
Ora è da vedere cosa succederà, non è detto che finalmente qualcuno possa prendersi tutta la torta a prezzi stracciati.
Per quanto può valere mi scuso per questo grave errore, ben sapendo che tutto è sempre rimediabile, perché come diceva il grande Peter Lynch andare al ribasso ti permette di fare al massimo il 90% di guadagno mentre al rialzo il potenziale è infinito. Così è negli investimenti, bisogna essere consapevoli che non tutti gli investimenti possono andare bene, capitano anche i "cigni neri" o la collezione di scheletri nell'armadio, ma mentre in un eventuale fallimento si perde il 100% di quanto investito, sulle operazioni a buon fine come dimostrano i casi Clabo, Be e altri, il moltiplicatore è infinito. Ci riscatteremo.


Domani su Panino e Listino, sempre che a qualcuno ancora interessi, visto che secondo il Corsera i blog sono morti, troverete il consueto aggiornamento trimestrale delle "10 di Buddy Fox 2017".