13 maggio 2011

Buddy Fox - LA GRECIA SFIANCA IL CARRY TRADE


Guardando l'attuale situazione con gli occhi di Piazza Affari, la Primavera 2011, sembra identica a quella del 2010, ma solo con gli occhi di Piazza Affari, perchè nelle parti del mondo, economicamente più sviluppate, la situazione di crisi, si osserva da piani ben più alti. Oggi sono uscite le stime sul PIL Europeo, nel complesso il tono è sostenuto, molto più di quanto prevedevano i soliti catastrofisti, nel dettaglio si vede primeggiare la Germania, la locomotiva sbuffa e continua nella sua corsa indemoniata. La Francia segue con andatura sostenuta, dietro di loro, quasi fanalino di coda, arriviamo noi, con la crescita al lumicino. E qualcuno si chiede ancora come mai il DAX veleggi sopra la "ZONA LEHMAN", mentre Piazza Affari, dopo due anni di Toro, sia ancora aggrovigliata nella melma della lateralizzazione. Se non fosse per la Globalizzazione, che permette alle aziende di esportare nel mondo, e di creare utili in trasferta, consentendoci nel mucchio della debolezza, di trovare delle primizie, a Piazza Affari si potrebbe chiudere per ferie, "siamo momentaneamente chiusi, aspettiamo la prossima crescita, ci trovate al campo delle bocce".
Jim O'Neil, economista con il pedigree di Goldman Sachs, colui che coniò l'acronimo BRIC, dà una scrollata al pessimismo, affermando che la crescita è appena iniziata, la Cina tornerà a trainare, sia nell'economia sia nelle borse.
Persino Nouriel Roubini si è convertito al "possibilismo espansionistico", e pensare che proprio il cambiamento di atteggiamento di Roubini, scatenò i ribassi del 17 Febbraio, segno che il suo charme, la sua influenza e la sua credibilità si stanno consumando, come una candela che sta esaurendo la sua cera.
Continua ad essere la Grecia la compagna delle nostre sventure, e se da un lato la Fed continua ad irrigare, quasi annegando i campi di Wall Street, dall'altra, in Europa, molti Paesi rischiano una siccità da liquidità.
Grecia ristrutturata o Grecia salvata? Ho sempre scritto che prima o poi, prima o poi, il debito greco sarà ristrutturato, il famoso "taglio di capelli", cioè verrà ridotto e quindi gli obbligazionisti saranno costretti ad una decurtazione del loro capitale, il punto però è: quando? Pensavo al 2012/2013, qui i tempi, sembrano accorciarsi.
A questa domanda il gran capo di Deutsche Bank ha risposto: ristrutturare il Debito dell Grecia? Sarebbe un grave errore, ditruttivo per il paese ed i mercati finanziari.
Ma quanta preoccupazione per il prossimo e benevolenza queste istituzioni finanziarie? Vuoi vedere che la crisi è servita a qualcosa?
Si è servita a non imparare nulla, perchè se salta il debito greco, salta tutto il sistema delle banche regionali tedesche, che metterebbero in pericolo non solo la Merkel, ma anche le banche più grosse.
Gli istituti tedeschi, memori del fatto che non si dovrebbe più esagerare con leve e titoli ad alto rischio, hanno pensato bene di fare indigestione di obbligazioni greche, con il risultato di trovarsi ora in pesante minusvalenza.
La Merkel dall'altra parte, vuole tirare la corda, solo per dimostrare ai propri elettori, che i soldi, anche se in prestito, non si regalano senza sacrifici.
E' un bel paradosso non trovate? La Germania, l'economia tedesca ha una salute da far invidia, si specchia ed è piena di muscoli, dall'altra parte, la finanza tedesca è piena di crepe e di batteri, al primo terremoto, non solo rischia di crollare il sistema bancario, ma gli enormi sforzi che lo stato dovrebbe sostenere per salvarlo, metterebbero in crisi anche il propulsore industriale.
L'Euro ovviamente vacilla, non solo perchè si trovava su alte vette, ma anche perchè questo continuo logoramento politico/finanziario europeo, sfinisce anche l'atleta più forte ed allenato, i nervi cominciano a saltare. La scorsa settimana avevo segnalato 1,4150 di EURO/DOLLARO come un buon livello d'arrivo, oggi abbiamo sfondato il pavimento, ma su questi livelli, potrebbe anche ballare. La discesa è stata talmente violenta e brusca, che ci vorranno giorni di aggiustamento e di assestamento, prima di ritentare la risalita.
L'effetto Grecia è riuscito a sfiancare anche l'opera di irrigamento di Bernanke, lo si vede nel recupero del Dollaro sull'Euro, ma non solo, lo si vede soprattutto nel rapporto tra il Dollaro e le valute legate alle materie prime.
La prossima settimana, come si ripete sempre tra chi fa le previsioni di borsa, sarà di difficile interpretazione, anche perchè arriveremo alle scadenze tecniche dove saranno poi staccate cedole pesanti. Piazza Affari si trova in un imbuto sempre più stretto, ora deve sfociare ed esprimere la forza fino ad ora repressa, e mentre il Nasdaq si appoggia sui 2,800 con l'intenzione di baciare i 3,000, noi siamo ancora allo sfiancamento del laterale, già vissuto un anno fa.
Aspettiamo notizie dalla Grecia, e speriamo che il CARRY TRADE riprenda a funzionare, non è interesse di nessuno far fallire il piano di rinascita e di recupero, non è interesse di chi muove le carte, e quindi è molto probabile, con o senza Piazza Affari (questa volta forse con...) che il Toro riprenda a caricare, Euro permettendo.
ps. forse questa volta sono stato un po' pesantino;-)
Vi lascio con 2 articoli ripresi da Panorama Economy già andati in edicola. Giusto per recuperare il tempo perduto...
Nell'articolo in basso, trovate anche un'altra spiegazione sul Debito Europeo, per gli amanti del brivido;-)

27/MARZO/2011: "Nell’autunno del 1997 Generali azzardò l’avventura oltre le Alpi, la preda, il colosso francese AGF. Oltraggio alla grandeur francese! Lo snobbismo dei cugini nei nostri confronti è risaputi, infatti, l’OPA fu rifiutata e con doppio sgarbo, pur di finire nelle braccia della provincia italiani, AGF accettò l’abbraccio del colosso tedesco ALLIANZ. A distanza di 14 anni la storia si ripete, ma al contrario, infatti i nipoti di Napoleone, hanno ritrovato lo spirito imperialista, lanciandosi in conquiste moderne a colpi di OPA. Non solo societarie, ma anche nei pochi territori ad influenza italiana, vedasi OPA sulla Cirenaica. Edison, La Fondiaria e Parmalat gli obiettivi noti, ma tutto questo non basta a rianimare l’asfittico listino italiano, ritornato improvvisamente in letargo. E’ in atto la mungitura della mucca italiana, ma non basta, abbiamo bisogno di maggior forza per trainare il listino, forse la forza del Leone alato Triestino, riuscirà nell’impresa.
Diversa la situazione a Wall Street, dopo una breve pausa, gli operatori hanno ritrovato le motivazioni per continuare la corsa. La Libia è lontana e l’attuale crisi è “un affare Mediterraneo” escluso dal Pianeta Arabo, il Giappone è arginato, e la P di Portogallo è l’iniziale di quell’acronimo “PIGS” già scontato tra i fallimenti europei. Paradossalmente, quando il Sentiment (l’umore) sui mercati è buono, ogni cattiva notizia, si tramuta magicamente in una scusa per aumentare gli acquisti, ma tutto questo deve avere una motivazione di fondo, e nel nostro caso si tratta della (possibile) terza opera del regista Bernanke: Quantitative Easing parte Terza, ovvero Bernanke è pronto a fornire nuova liquidità attraverso l’acquisto dei titoli del Tesoro in mano ai privati, mantenendo così i tassi d’interesse bassi il più a lungo possibile, sperando che questa liquidità innondi Wall Street e per effetto domino i listini mondiali.
Per mesi abbiamo sentito ripetere che la bolla del futuro poteva provenire dalle Biotecnologie, dalle Energie Alternative o dalle Nanotecnologie, ed invece, probabilmente nascerà dalla più banale ed antica sorgente finanziaria: la Liquidità e dal suo eccesso. In questa apparente assurdità, vi è una sprazzo di razionalità, per tutto il primo decennio 2000, gli americani hanno usato l’immensa bolla immobiliare come il bancomat per soddisfare le proprie esigenze consumistiche, più saliva il prezzo delle case, più aumentavano le disponibilità offerte dalle banche ai mutuatari. Ora che questo strumento è ormai totalmente spremuto e divenuto sterile, l’economia USA, per tornare alla crescita, ha bisogno di nuovi stimoli, e dove se non dal fertile mercato azionario? Pompare liquidità è il nuovo mantra, i portafogli dei risparmiatori devono rivedere il segno più e così stimolare la voglia di spesa del consumatore americano. Pompare liquidità per arginare le “bad news”, potremmo avere una conferma all’uscita del dato sull’Occupazione USA di Venerdì 1 Aprile, pesci e scherzi permettendo.
BOILER ROOM:
GEOX, dopo la prima sparata, spinta dai buoni risultati di bilancio, ora ci attende la seconda onda, sopra 4,50 si allungano gli orizzonti rialzisti; BUONGIORNO, confermo e rilancio, sopra 1,30 riprende la corsa, ed è solo l’inizio; AMPLIFON, è uno dei 5 titoli preferiti segnalati ad inizio anno, il viaggio è appena cominciato.

03/APRILE/2011: "Non è la Grecia, ma l'Italia «la maggior minaccia all'Eurozona. Sarebbe molto difficile riuscire a salvare l'Italia, qualsiasi cosa si stia facendo per la Grecia e magari per il Portogallo e anche per l'Irlanda, deve anche essere fatto per salvare l'Italia. L'Italia deve essere preoccupata».
17 Febbario 2010, così parlava Robert Mundell, premio Nobel 1999 per gli studi sulla Moneta Unica Europea e “padre intellettuale dell’Euro”.
E’ passato un anno e da quel giorno sono capitolate nell’ordine: Grecia al collasso, Irlanda piegata ed indebitata dalle banche cicale ed il Portogallo ha ormai messo un piede nella fossa, ma l’Italia è ancora lì, arroccata nella difesa del bilancio, non ha la febbre, ma a guardare il colore delle banche, non scoppia certo di salute.
In questi mesi ci hanno costantemente ripetuto che le banche tricolori hanno saputo resistere alla crisi, non sono cadute nelle tentazioni subprime, solide e ben patrimonializzate. Superato il finto dramma (la commedia) degli “stress test”, si arriva a Basilea III, le colonne d’Ercole della finanza, passeranno le banche italiane? Se Cristo si è fermato ad Eboli, Passera (Intesa SanPaolo) dovrà fermarsi a Basilea?
Questa settimana, ogni certezza è caduta, Ubi Banca ha stupito comunicando un prossimo aumento di capitale, il mercato è impazzito, se Ubi chiede soldi, cosa faranno le altre? Gli aumenti di capitale per tappare il debito, sono il peggio che il mercato non può sopportare. Da lì il diluvio di vendite, persino il Banco Popolare che un aumento di capitale, l’aveva già sopportato.
Tempo fa, avevo scritto che per seguire lo stato di salute borsistica delle banche, lo spread BTP/Bund, era un ottimo indicatore, più il differenziale tra le due obbligazioni di stato diminuisce (a favore del BTP italiano), maggiore è la possibilità di rivalutazione delle quotazioni borsistiche bancarie. Questo solo per il fatto che le banche italiane sono stracariche di obbligazioni italiane. Il gioco sembra non funzionare più, tanto che si sta affacciando un’altra anomalia: i Bonos spagnoli risultano in forte recupero rispetto ai nostri BTP, questo dopo che pochi giorni fa, Moody’s ha abbassato il rating di 30 banche iberiche, e dopo che la stessa agenzia ha abbassato il rating della Spagna a livello Italia con una previsione negativa. Curioso.
Tutto questo mi fa pensare ad un eccessivo accanimento verso l’Italia, un po’ in stile Mundell, quando invece io credo ancora che la bagarre sulle nostre banche, si possa rivelare l’ennesima, forse l’ultima occasione di acquisto su titoli stracciati. Anche se ci dovessimo sacrificare, con l’ennesimo sacrificio, i possibili (ma non inevitabili) aumenti, si rivelerebbero un’entrata a saldo. I livelli tecnici sui singoli titoli sono “tondi”: Unicredit 2 euro, Intesa SanPaolo 2,50, MPS 1 euro tondo tondo, Banco Popolare 2,80, sopra queste resistenze partiranno i fuochi d’artificio del rialzo euforico. E pensare che Matteo Arpe, l’enfant prodige della finanza italiana, ha l’acquolina in bocca, non vedendo l’ora di spendere per entrare in Popolare di Milano.
Forse è il caso di cambiare mentalità, e cercare di guardare oltre il trading al minuto, con un po’ di lungimiranza si fanno maggiori profitti. Dalla finanza istantanea del cotto e mangiato, alla “slow economy”, per evitare nuovi e devastanti terremoti.
BOILER ROOM:
BANCA GENERALI, quando guardo questo titolo flirtare con i massimi assoluti, penso che la borsa non può che salire, e superata quota 12 sarà inevitabile euforia; BANCA PROFILO, se sale Banca Generali, prima o poi dovrà farlo anche la banca di Arpe, a volte è solo una questione di tempo; EUROTECH, si è risvegliato il gioiello made in Italy, 2,50 è la prima barriera da rompere, ma penso sempre che arriverà il giorno in cui sarà inghiottita dal big fish.

Pubblicato da Buddy Fox | Blog friends: leggi anche Fuorimercato

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