email: paninoelistino@gmail.com Pubblicato da Buddy Fox
Un economista ha detto, gli stress test sono come le cravatte, belle da vedere, si devono indossare, ma non servono a nulla.
Ci si chiede infatti chissà quale mistero ci possano svelare questi test che già non conosciamo, MPS sarà l'unica bocciata già lo sappiamo, MPS dovrà fare l'ennesimo sanguinario aumento, già lo sappiamo e cos'altro?
Ci si chiede della validità di questi esami pensando a quanto accaduto nel 2009, "stress test" bancari successivamente alla grande esplosione del 2008, tutti o quasi promossi. Sette anni dopo siamo punto a capo, se non peggio, la cosa della crisi è stata quasi peggiore del botto originale, vista la lunga striscia di vittime lasciata sul campo.
E mentre l'Europa arranca nelle solite problematiche, che in un modo o nell'altro continuano a ripetersi, un coltello che continua a girare in una piaga che sembra non voler mai guarire, a Wall Street si torna a ballare. Nulla può fermare questo ciclo, non può la Brexit, nemmeno il Sultano della Turchia, e neanche i numerosi attentati fuori e dentro l'America, innarestabile, anche senza il carburante degli utili societari.
Basta pompare droga monetaria, solo questo, è il Toro corre. Catastrofisti ciaone!
Qui sotto "Panino e Listino" di Giovedì 21 Luglio, SPECIALE DEUTSCHE BANK.
Su "Panino e Listino" di domani molta più tecnica e molti temi operativi.
E poi ditemi se Barisoni vi mette la musica che vi fa ascoltare il sottoscritto. L'originale non si batte mai.
LIBERO 21 Luglio 2016
C’era una volta una grande banca, boom, e adesso non
c’è più. Questo è il rischio che corre Deutsche Bank, la banca che qui abbiamo
definito “polveriera d’Europa”.
In questa infinita e logorante crisi finanziaria,
Deutsche Bank, almeno qui in Italia, è rimasta sempre ai margini della
discussione, non è stata mai vista come un pericolo, perché l’attenzione era
sempre catturata dai problemi della finanza interna. Prima il Monte dei Paschi,
protagonista assoluto per i mille motivi che già conoscete, e poi nel 2015
sostituito dall’entrata in scena dello sciagurato “bail-in” e dalle prime 4 banche italiane sacrificate nel grande esperimento del
“salvataggio privato”.
Di Deutsche Bank, nemmeno una parola né un allarme.
In verità il nome della banca tedesca saltò agli onori della cronaca
nell’estate infuocata del 2011, quando
in pochi mesi e in grande segretezza DB tagliò l’esposizione sul nostro debito
dell’88%, scaricando sul mercato 7 mld di BTP, facendo schizzare il nostro
spread e scatenando un inferno politico ed economico che difficilmente
dimenticheremo. Ma quelli furono motivi patriottici e non allarmi di rischio
sistemico.
Oggi, con l’avvicinarsi dei nuovi esami sulla salute
delle banche (stress test) e i continui cali in Borsa, DB viene finalmente messa
sotto la lente degli investigatori finanziari come tutte le cugine italiane. DB
è una mina vagante, e il motivo è presto spiegato: i derivati. Secondo le
ultime stime sembra che in pancia del colosso tedesco ci sia un’esposizione in
strumenti rischiosi pari a 75.000 mld di $. Poco o tanto? Facciamo un paragone,
se pensiamo che il Pil dell’intera Germania è di circa 4.000 mld di $ e quello
mondiale è di 80.000 mld di $, il boccone in pancia della banca oltre che
indigesto rischia di diventare velenoso.
Le cifre sono mostruose, ma non è detto che siano un
pericolo imminente, finchè i tassi rimangono a zero e la liquidità abbonda,
tutto è circoscrivibile e ci si può anche guadagnare, ma se, caso imprevisto, i
tassi dovessero fare anche solo un piccolo balzo ecco che la situazione
diventerebbe ingestibile.
Il problema è dunque comune, non solo banche
italiane, ma anche banche tedesche. E’ vero, soffriamo di patologie diverse, i
tedeschi troppo esposti nei derivati, e noi negli Npl, ma abbiamo un minimo
comune denominatore: il rischio, loro hanno esagerato con la finanza e noi con
l’economia, specie quella poco raccomandabile.
Ci salveremo? La risposta è in un titolo: “Too big
to fail”, troppo grandi per fallire. L’Europa farà di tutto per salvare il
colosso, anche aiutare le banche italiane.
PIAZZA AFFARI: senza che i puristi dell’analisi
tecnica inveiscano contro di me, posso dirvi che sul nostro indice si è formato
un “diamante”. Una figura che se posizionata all’estremità di una tendenza può
significare inversione. Poco contano dunque i movimenti di breve, conta molto
di più sapere che quest’estate potremo anche toccare quota 20.000. San Mario
Draghi c’è.
DEUTSCHE BANK: l’anno scorso scrissi “se DB scende
mentre il Dax sale, un motivo ci sarà”. Ma questa debolezza viene da lontano:
108 mesi di ribasso massacrante con una perdita del 88%. Ora siamo entrati nell’area “rischio
fallimento”, perché questo sarà il destino di DB se entro il 2017 non sarà
recuperata quota 17,50. 146 anni di storia da salvare.
MPS: attendo sempre...
3 commenti:
Mps a badilate
E nel tempo...si ritorna a Stm.
Ottimo articol Buddy!
A presto.
Abigmountain
Sito ormai in fase di Tramonto..ki vuole news compri libero il giovedì, ki no cerki le news con google ke ce ne sono davvero tante sulla rete. Io opto per la 2^ ;)...
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